Sicurezza e senso civico a Napoli: non hanno diritto di cittadinanza   

Come si pensa di poter risolvere i problemi di delinquenza urbana a Napoli se ancora non si assiste a nessun provvedimento concreto che faccia risalire il livello di legalità diffusa in città? E’ uno scempio assistere nella zona intorno alla prefettura, nella turistica Piazza Trieste e Trento, all’angolo con la storica Via Toledo, nell’ampio e raro spazio di Piazza del Plebiscito alla continua offesa alle istituzioni e alla legalità. Offesa arrecata dalla simulazione di civiltà delle permanenti forze dell’ordine condannate a stazionare in quei luoghi, insieme anche a qualche ambulanza e altri mezzi dotati di lampeggiante e sirena, circondati da nugoli di gioventù armata di motorini d’ogni tipo, sistematicamente senza casco e ignari della zona a traffico limitato. Volendo portare i propri figlioli a giocare, o qualche amico turista a passeggio, nella spianata di Piazza Plebiscito si deve prestare attenzione ai numerosi minorenni dotati di minimoto a due, tre o quattro ruote che danno sfoggia dell’educazione ricevuta dai propri genitori. Con rocambolesche avventure di equilibrismo e velocità, per dare piena prova, se ve ne fosse bisogno, non solo della incipiente idiozia verso cui s’avviano, ma anche della assoluta assenza di Stato, leggi, regole, civico senso di convivenza, che ben gli servirà quando, appena più grandicelli, trasferiranno le dosi della diffusissima cocaina a qualche loro coetaneo, già a partire dalle scuole mede. Siamo sotto il balcone del prefetto, che è quello che dovrebbe rispondere delle promesse ministeriali di piani di emergenza per la sicurezza, ancora pesantemente disattesi, che stanno dando luogo a rinforzi che sembra non superino i tre giorni al mese di presenza aggiuntiva di risorse umane tra le forze dell’ordine. Quando poi ce li conteranno, ci diranno che erano mille, forse duemila, ma mica ci faranno sapere per quanti giorni effettivamente. Perché meravigliarsi se le mattanze continuano, in qualunque via, a qualunque ora e davanti a qualunque sguardo innocente? Quante altre vittime innocenti dovranno ancora perire? Spesso adducendo a scusa le leggi troppo permissive, che creano disagio quando gli eventuali fermati tornano subito in libertà, facendo apparire lo scenario come un disgustoso prolasso tumorale dell’inedia e del lassismo a cui tutti lentamente partecipiamo. Napoli è senza più nemmeno la società civile, morta, defunta, spenta tra la collusione e la paura. Napoli è spesso strade affollate, traffico, gente. Ma tutti omologati nei propri stereotipi, con una camorra diffusa che potrà produrre solo due risultati: potenti sempre più avidi, connessi all’illecito profitto tratto dalla cosa pubblica, prima, e reazionismo autoritario altrettanto becero, poi. Tranne se si avesse il coraggio di scendere in strada, tra la gente, fuori dal palazzo, a rendersi ben conto di cosa stia accadendo e rimboccandosi le mani, tutti insieme, per spalare via il guano di cui siamo ricoperti. Evitando di farci sentire, ancora una volta, il resto di niente.