Il caso Londra e la strategia della tensione   

Ricordate gli anni di piombo? Ricordate le stragi impunite in Italia a partire da Piazza Fontana? Lentamente è sempre emerso che, in un modo o in un altro, fossero coinvolti apparati militari o dei servizi definiti “deviati”. Con importanti obbiettivi interni, ma anche internazionali. Il fatto che i ragazzi inglesi, coinvolti negli attentati londinesi, avessero in tasca i biglietti di ritorno e avessero pagato il parcheggio della loro auto a Luton è la goccia che fa traboccare il vaso delle incongruenze. Una buona sintesi delle anomalie è sintetizzata nell’articolo di Maurizio Blondet sul giornale on line su internet di Effedieffe Editrice. Che, giustamente preoccupandosi di incorrere nel futuro reato di “complottiamo”, riporta la tragica notizia secondo la quale la radio inglese BBC 5, la mattina delle esplosioni, avrebbe mandato in onda una dichiarazione di tale Peter Power della Visor Consultant che afferma che che "quel mattino" nella sotterranea di Londra la sua ditta stava compiendo un’esercitazione, che simulava lo scoppio simultaneo di diverse bombe … Non dev’essere vero, naturalmente. Somiglierebbe troppo alle sei esercitazioni aeree che erano in corso l’11 settembre in USA, stessa ora e stesse circostanze, una delle quali simulava il dirottamento di aerei: il che creò un bel po’ di confusione tra gli ingenui addetti al controllo aereo di New York.”. Non sarà vero, quindi, che i ragazzi facevano parte inconsapevole di un orrendo disegno politico, che li vedeva attori dell’addestramento antiterrorismo. Non sarà vero che sull’autobus 30 forse uno di loro cercava di vedere cosa avesse nella borsa, innescando la bomba. Primi kamikaze con il timer. Regolato per annullare la copertura mediatica che avrebbe avuto il G8, in cui Londra si sarebbe occupata con forza di premere sugli Usa per agire contro lo schiocco di dita che ci ricorda che ogni 3 secondi muore un bambino nel mondo per fame. A pochi giorni dalle notizie del piano di ritiro britannico da Iraq e Afghanistan riportata il 4 Luglio dal Financial Times. E forse, quando Blair afferma che il nemico è “l’ideologia del male” e non l’Islam, dovremmo essere tutti vigili e consapevoli su cosa sta accadendo e a cosa si riferisca.