Strade bipartisan e Marano a senso unico   

Il vero muro che si cerca ogni giorno di erigere è quello che passa attraverso le decisioni di alcuni politici odierni. Intitolare una strada a una persona adusa a utilizzare la violenza terrorista per far valere le proprie idee contro un popolo democratico come quello di Israele è oltraggioso di per sé. La scelta del sindaco di Marano, Mauro Bertini, di intitolare una via al defunto leader dell’Olp, Yasser Arafat è un atto tra provocazione e protagonismo. Compiuto, tra l’altro, giocando alla cavallina sulla schiena del giovane consigliere della Margherita Alfredo Paragliola, il ventottenne che ha firmato con Mauro Bertini i comunicati stampa diffusi per l’occasione. L’ex sacerdote comunista non si accorge di compiere lo stesso atto che suggerisce il leader di Azione Giovani, movimento giovanile di Alleanza nazionale, che chiede al sindaco di Roma di dedicare ad Arafat un parco. Pericolo che corremmo anche a marzo di quest’anno quando su queste colonne denunciammo un’indecente analoga richiesta portata avanti da altri estremismi, sempre a Roma, parlando di “toponomastica terrorista”. Oggi constatiamo un’alleanza bipartisan che non fa onore a nessuno. Attuando un gesto insulso nell’esaltare le differenze e le scelte omicida, a dieci anni dalla scomparsa di Isaac Rabin e mentre Ariel Sharon compie il gesto di liberare Gaza e dimettersi coraggiosamente dal governo di Israele, per puntare con forza alla causa della sicurezza di Israele attraverso la pace. Difficile immaginare che Bertini e Paragliola possano tornare sui loro passi scusandosi per l’errore, cosa rara tra i politici italiani. Possiamo solo sperare che i giovani, come Paragliola, approfittino di quest’occasione per informarsi sul comportamento e gli atti di Arafat, di cui si sta cercando ancora il milione di dollari erogato per aiutare il suo popolo ridotto a miseria, mentre il suo fedele finanziere, Muhammed Rashid, e la sua cara consorte, Suha, se la spassano miliardari, uno al Cairo e l’altra a Tunisi.Forse al sinistro Mario Bertini occorre ricordare che il 1967, anno in cui la Russia impose alla sinistra internazionale un dietrofront contro Israele, è passato da quasi quarant’anni.