Rocco e altri fratelli   

Caro direttore, l’audizione del commissario designato dall’Italia, il ministro Frattini, al Parlamento Europeo mette la parola fine al subbuglio mistico messo su da Rocco Buttiglione e Giuliano Ferrara in occasione della precedente bocciatura ricevuta. Frattini ha potuto ribadire sia le proprie posizioni ideologiche sia il proposito di mantenere fede agli impegni condivisi all’interno dell’Unione, a cominciare dalla ratifica della Carta e dall’accelerazione del processo politico per la condivisione del mandato di cattura europeo. Ricevendo il plauso generale anche delle parti politiche distinte dalla propria, anche per aver dichiarato di non essere e non essere mai stato un fratello massone. Da questo momento si può e si deve prendere spunto per una riflessione politica che dovrebbe essere necessariamente condivisibile da tutti: in Italia non esiste più, già a partire dagli ultimi mesi di vita di Enrico Berlinguer, una questione religiosa connessa alle espressioni partitiche della politica. La religiosità, non solo cattolica ma anche evangelista, battista, cristiana non confessionale, ebraica e poi via via verso quella islamica, seconda religione in Italia, passando per i diversi buddismi, non determina più una associazione specifica con movimenti politici definiti. E questo accadeva ancor prima dello scioglimento della Dc, a partire da molti comunisti che si riconoscevano nelle regole cristiane con il dubbio fervente di essere nel peccato. Il tentativo di costruire un’inesistente caccia alle streghe può solo riproporre steccati che ormai sono superati da tempo, può solo alimentare fanatismi di cui proprio non abbiamo bisogno. Per fortuna rimaniamo ancora liberamente laici nel prendere posizioni, nell’esprimere opinioni, su argomenti come furono all’epoca aborto e divorzio, e come saranno nei mesi a venire la libertà di ricerca scientifica e il diritto alla vita di chi sceglie di crearla attraverso la procreazione medicalmente assistita. Con pro e contro che non assumono alcuna etichetta di partito, in una trasversalità di posizioni che si trasformano in momenti di riflessione comune, in barba a chi ritiene che il parere referendario su questi temi possa “spaccare il paese”. Il vero punto da esaminare sarebbe quale vera rivoluzione potrebbe competere alla chiesa cattolica, che è sempre più lontana dai fratelli delle altre religioni cristiane, per voler ostinatamente mantenere posizioni di dominio politico ed economico attraverso ostracismi storicamente antiquati. Qualcuno ricorda più la guerra alla teologia della liberazione latino-americana? Ed ancora: gli appartenenti di certe confraternite amerebbero ricevere indicazioni di voto politico o suggerimenti all’adesione di questo o quel partito? Nella certezza che un Ave Maria la dica anche qualche estremista tra i disobbedienti o i rifondaroli, senza voler offendere nessun estremista di destra che con il Vaticano ce l’ha da tempo, sarebbe utile se la Chiesa desse segni di maggior capacità gestionale, valutando meglio vantaggi e svantaggi derivanti dalle politiche di clausura movimentista.