La gente comune, la tv e le tragedie straordinarie   

Tocca obbligatoriamente tornare a parlare di Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso da un proiettile mentre, passamontagna in testa ed estintore in mano, manifestava in Piazza Alimonda a Genova nel lontano luglio 2001, durante il G8 che precedeva di qualche mese l’attentato alle torri gemelle di New York, episodio che sedò molto movimentismo noglobal. Ci tocca sia perché il 5 dicembre 2006 verrà esaminata dalla Corte Europea di Strasburgo l’istanza presentata dai familiari di Giuliani di valutare violazioni di diritti dell’uomo, basate sull’asserzione del tardivo soccorso e di violenze sul cadavere; ma anche perché, in straordinaria contemporaneità, il Carabiniere individuato come il probabile materiale esecutore dell’omicidio, Mario Placanica, ha rilasciato una inquietante intervista al quotidiano Calabria Ora, che conterrebbe alcune rivelazioni su quel triste episodio. A procurarsi, su internet ed in emeroteca, notizie giornalistiche, video e foto, nonché gli atti del procedimento di archiviazione, sorgono tantissimi dubbi sia su cosa sia veramente accaduto, ma anche su chi, perché e come abbia coperto e protetto parti della verità. La più eclatante quella della palese presenza di un terzo uomo nella famigerata jeep defender dei Carabinieri, da cui sono partiti i colpi da sparo, terzo uomo che alcune foto dimostrano essere protetto, anche a discapito della propria vita, dal Carabiniere Placanica, gesto tipico praticato verso un ufficiale. In uno scontro tra forze del bene e forze del male, secondo l’etica che ciascuno fa propria, immerse in un brodo mediatico di grande utilità per l’audience di allora e quella di oggi. Combattuta però allo stremo da due stereotipi: da un lato gli estremisti di sinistra sempre pronti ad inconsulti atti di violenza, storici prodromi della lotta armata, ma anche utilissimi spauracchi per l’altra parte, quella del parastato sommerso e violento, pronto ad imbracciare armi e manganelli quando non riesce a risolvere con “intelligence” i problemi che si crea da solo, dimostrando spesso pressappochismo e scarsissima professionalità. Peccato che in mezzo ci siamo noi, gente comune, presa dalla propria quotidianità e affascinata dall’enigma catodico che in molti sono pronti a spararci addosso nella prima, seconda e terza serata. Lentamente non conta più nulla se sia sconfortante che giovani violenti bardati come omini michelin si scontrino con divise armate di mezzi non ordinari. Conta solo che vi sia tanto sangue, tanto mistero e, soprattutto, tanta paura a disposizione delle nostre future scelte elettorali. Ma anche a disposizione dei fruttuosissimi compensi per diritto all’uso della propria immagine o dei diritti televisivi e d’autore, che lo scalpore aiuta ad alimentare.