Inquinamento marino: problema da affrontare subito   

Secondo la direttiva 2005/33/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, emanata il 6 luglio 2005, in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, il problema principale determinato dalla combustione di gasolio pesante è quello determinato dalla percentuale di zolfo presente. Tant’è che la direttiva impone l’adozione di tutti quei provvedimenti necessari alla riduzione dell’emissione di zolfo, ponendo una serie di scadenze che oscillano intorno al 2010. I dati importanti da conoscere sarebbero due, su cui lasciamo ciascuno libero di indagare. Il primo risiede nella conoscenza più approfondita della natura e composizione del cosiddetto “gasolio marino”, uno degli ultimi residui di scarto della lavorazione petrolifera, contenente di tutto e di più. Il secondo è invece quello incrociato del numero di imbarcazioni, non solo da diporto, presenti quotidianamente nei nostri mari, indicato per volume di combusto nel tempo. Dati che, anche solo ad immaginarli, diventano raccapriccianti se uniti alla totale assenza di sistemi decenti di filtraggio e alla notevole vecchiezza dei motori in circolazione, costruiti decenni fa senza grande attenzione all’ambiente. Di recente sono iniziati a circolare altri dati, ben più allarmanti, sulla produzione di sostanze fortemente inquinanti e cancerogene prodotte: quantità enormi di diossina, Pah, idrocarburi resistenti e capaci di bloccare la crescita di plancton, anche nella variante “nitro”, tra le sostanze più cancerogene e mutagene conosciute; Hcb, esalorobenzolo spesso associato ai pericolosi Phb, difenil policlorurati, di cui si cerca di liberarsi fin dagli anni ‘70. Ovviamente tutti sono sostenitori della riduzione del traffico su ruote delle merci, grande sforzo infrastrutturale che l’esperienza delle autostrade del mare stanno dimostrando vantaggiose anche per chi del trasporto è committente. Ma siamo certi che il governo, e le imprese marittime, stiano preparandosi al contraccolpo che potrebbe suscitare una denuncia dei valori inquinanti prodotti attualmente? Occorre programmare a breve una campagna di sostegno finanziario pubblico all’installazione di filtri sulla flotta nazionale, imponendo misure adeguate nel frenare la navigazione inquinante nei nostri mari, meglio se di concerto con i paesi confinanti.