Polizia municipale di Napoli: come rafforzarne il ruolo   

Il rientro dalle ferie della maggior parte dei cittadini getta i presupposti per far ripartire l’intasamento urbano nel centro storico di Napoli, come hanno dimostrato i primi cortei della settimana scorsa. Cortei, traffico, ambulanti irregolari e situazioni di sosta selvaggia che continuano a vedere impegnata la Polizia municipale, sempre più vessata dalla scarsità di risorse assegnate e dalla assenza di una politica di riavvicinamento nelle relazioni con i cittadini, primo viatico per una maggiore presa di coscienza degli obblighi legali e morali del buon vivere urbano. Ma come riuscirvi se sono ancora irrisolti tanti nodi storici?
Continua ad essere incommensurabile la differenza tra i vigili in forza e quelli assegnati fisicamente alla viabilità, lasciando a poche centinaia di persone con forte senso di responsabilità la gestione dei problemi di una grande metropoli. Per esempio costretti a sopperire spesso a inefficienze di coordinamento con le altre strutture destinate alla sicurezza, prime tra tutte la Protezione Civile, che, nonostante il lungo elenco di servizi a cui viene destinata, spesso si perisce esclusivamente di “constatare” ma non di agire.
Un esempio è quello delle numerose chiazze di olio o nafta, spesso rilasciate da mezzi pubblici con tappi di carburante aperti velocemente lanciati nelle numerose curve cittadine. In questi casi la Polizia Municipale si trova costretta a sopperire alle lacune di altri, per esempio procurandosi, anche nottetempo, sacchi di segatura da spargere per evitare gravi infortuni ai cittadini, come di recente accaduto in una piazza della zona flegrea.
Esistono regole di comportamento a cui attenersi, che indichino specifiche responsabilità e procedure da attuare? La qualità è da sempre segnata da una descrizione delle “procedure”, che sembrano invece essere assenti nella gestione napoletana, lasciando pittorescamente che anche le istituzioni si “arrangino” invece di muoversi in binari precostituiti. Per evitare che lavoratori della sicurezza si periscano anche di compiti che non rientrano esattamente nelle loro responsabilità, forse sarebbe il caso che si cominciassero a classificare le diverse emergenze e le misure di primo intervento, arrivando a costruire un “manuale delle procedure della sicurezza” gestito proprio da chi dovrebbe avere il compito di coordinare le diverse attività sul territorio, migliorando la collaborazione tra Polizia Municipale, Protezione Civile e gli altri enti, come per esempio Vigili del Fuoco e 118, seguendo l’esempio di altre città in cui ciò gia avviene da tempo.