La nuova tessera elettorale non garantisce la privacy   

Fin dalle sue origini, molti hanno espresso dubbi sulla nuova tessera elettorale, che viola in modo significativo la privacy dell’elettore. Il documento riporta infatti ben diciootto 18 caselle su cui viene apposto il timbro ogni qualvolta si esercita il diritto di voto. Significa, per esempio, che si potrà conoscere quale scelta si è compiuta nel recente referendum sulla Legge 40 sulla libertà di ricerca e di fecondazione assistita, sul quale la Cei, aveva fatto propaganda per l’astensione al voto. Scelta a cui si viene associati nel caso di mancanza del timbro sulla tessera elettorale, indipendentemente dai motivi per cui ci si è astenuti. Oltre a questa informazione, resa conoscibile agli scrutatori presso il seggio anche contro la propria volontà, il timbro recante informazioni sul seggio di voto può far conoscere eventuali situazioni precedenti di voto in stato di detenzione o di voto assistito per infermità sanitaria, cioè di degenza ospedaliera. Informazioni che vengono conosciute da persone che operano su poche centinaia di cittadini, quelli iscritti in una sezione elettorale, e che spesso sono residenti proprio nello stesso quartiere dell’elettore, aumentando così la possibilità che l’informazione riservata venga conosciuta da terzi. Anche l’Autorithy garante per la privacy aveva espresso le sue perplessità in tal senso, invitando il Governo, fin dal 2001, a valutare con tempestività l’ipotesi dell’introduzione di schede elettroniche. Ma la spesa di 35 milioni per la sperimentazione del voto elettronico sul 25 per cento degli elettori introdotto quest’anno riguarderà esclusivamente il riporto e la trasmissione dei dati scrutinati a vista, lasciando la struttura precedente manuale, che prevarrà su quella elettronica in caso di differenze. Lasciando quindi inalterate le palesi violazioni introdotte dalla tessera elettorale che, però, se smarrita può essere richiesta in duplicato alla propria sezione comunale dando luogo ad un semplice foglio di carta per qualificarsi al voto e la produzione di una nuova tessera perfettamente pulita da ogni informazione sul passato. Anche il possesso di una nuova tessera tuttavia rappresenta una violazione di informazioni riservate.