Il lessico riformista e le responsabilità   

Se diamo per scontato il superamento delle definizioni, da secolo scorso, dei concetti di destra e sinistra, può tornare utile la rilettura del libro “Lessico Riformista” di Elena Variale, edito per i tipi dell’Editoriale La Verità. La sobria raccolta degli articoli della giornalista sono accompagnati da un’efficace presentazione del libro, scritta da Claudio Martelli. Ad altruismo seguono lemmi come giustizia, libertà, Europa, questione meridionale ed altri, che fanno da titolo ai capitoli del libro, che Martelli definisce “un piccolo manuale che politici e amministratori farebbero bene a leggere”. Il lessico è un buon memorandum per tutti coloro che si definiscono oggi riformisti, presenti in ogni coalizione e in ogni movimento, anche se, come per la scelta di usare la parola liberale, ci si ritrova poi davanti a posizioni, idee e programmi alternativi tra loro. Ma appare evidente a tutti che la scelta riformista è una inevitabile necessità: conosciamo pochi che, pur a differenza delle prassi poi esercitate, amino definirsi conservatori. In una confusione di valori e dottrine che ben rappresenta il disagio ideale che può avere chi, occupandosi oggi di politica, non trova un solido radicamento storico in modelli e riferimenti che lo hanno preceduto. Anche se talvolta alcuni fanno propri questi modelli anche a discapito di chi intende avocarne il diritto di proprietà intellettuale e politica. Ben rappresentando così quella confusione che ha materializzato la sconfitta di ideologie provenienti da conflitti ormai distanti un secolo da noi, ma che non vanno ignorati per il loro alto contenuto di anelito riformista, di cambiamento dello stato di cose. Spesso eccessivo e materializzatore di tragedie che hanno colpito l’intera umanità, come nel caso del nazismo o del comunismo sovietico. Ma che rimane forte espressione dei desiderata dell’intera collettività, a cui non deve essere mai sottratta la libertà di espressione e confronto delle idee, pena il ritorno di un oscurantismo prepotente, teso solo ad avvantaggiare quei pochi che aspirano ad esercitare il potere per fini utilitaristici e di basso livello, come solo può l’egoismo.