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Sud, bisogna fare presto
Caro direttore, ricorderanno tutti il titolo che chiedeva urlando gli aiuti necessari subito dopo il tragico sisma del 1980. Oggi quel grido appartiene invece alla necessità di dare una svolta al degrado industriale e produttivo in cui giace il Meridione dItalia, causa prima del conseguente degrado culturale, morale ed intellettuale. La firma del documento congiunto tra Confindustria e sindacati, insieme ad altre 18 associazioni datoriali, che racchiude unarticolata proposta al Governo, richiederà una risposta immediata se si vuole efficacemente mantenere almeno i parametri di Lisbona per il 2010, cosa possibile per il sistema Italia solo attraverso un rilancio dellintero Sud. Fiscalità di vantaggio, valorizzazione dei centri urbani, infrastrutture, non solo per la logistica ma anche per acqua, energia e dati, lotta al sommerso, sono i punti centrali di un messaggio che viene reiterato da mesi in ogni documento ufficiale di Confindustria. Su tutto regna la necessità di dare spazio a ricerca e innovazione, temi su cui il Sud può dare grandi risultati per diversi motivi. In primo luogo la capacità creativa e culturale, in ogni ambito della scienza, da parte dei nostri territori è riconosciuta a livello internazionale e la Campania in particolare ha dimostrato di aver saputo tessere una rete di competenze in ambiti significativi, grazie alla collaborazione tra università e ricerca privata. In secondo luogo la tipologia di investimenti legati alla ricerca richiede costi di impianto e produzione diversi dal manifatturiero classico, che potrà essere obiettivo di sviluppo solo nel medio periodo. Presto dovrà fare il governo nazionale, ma presto dovranno poi fare tutti coloro che credono ancora sia possibile investire nelle nostre aree, che devono essere rese più accessibili e appetibili anche grazie ad incisivi interventi a tutela della sicurezza, insieme ad azioni, anche innovative, che annullino i tempi delle lungaggini burocratiche ed amministrative. I modi e le strade sono state disegnate con grande capacità da Confindustria, con cui è necessario aprire, o riaprire, tavoli locali in ogni organizzazione territoriale meridionale, in cui possa lavorare in modo fattivo e produttivo insieme ai principali attori: università, enti locali e sindacato. La sfida deve essere quella di produrre esperienze in cui si riesca ad invertire il flusso migratorio che oggi vede la delocalizzazione degli investimenti in paesi con un costo di manodopera inferiore, prevedibile da tempo e non evitabile, dando spazio alla produzione di know-how e brevetti che portino la firma della peculiarità del Made in Italy. Creando un circolo virtuoso in cui si possano esaltare anche quelle figure di dirigenti che sono assolutamente assenti nel nostro panorama imprenditoriale, fatta eccezione per le capacità singole dei titolari di tantissime Pmi, ancora incapaci però, nelle nostre aree, di fare sistema e di riconoscersi in filiere e distretti reali. By Giacomo Nardone at 3 Nov 2004 - 12:00 | letto 3106 volte
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Sicurezza, pace e libertàPerché vi sia pace in Medio Oriente il mondo deve provvedere a garantire sicurezza, pace e libertà in Israele. Contenuti più vistiDi oggi:
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