L'arte contemporanea e il Pan di Napoli   

Lóránd Hegyi è il vero protagonista della mostra “Napolipresente”, da lui curata e aperta al Pan di Napoli fino al 26 febbraio 2006. Come spesso capita a chi incontra la nostra città, Hegyi è ormai palesemente innamorato di quella magica energia che pervade non solo il tufo e la pece partenopea ma anche il nostro modo di vedere, di pensare, di immaginare. Come ogni vero innamorato ne subisce fascino e paura, trasmettendoci un vero brivido quando presenta la mostra nell’introduzione al bel catalogo edito dalla Electa Napoli, da non perdere per la sua unicità documentale. Mostra che rappresenta una vera svolta, importante e attesa, alla cui realizzazione si è fortemente dedicata l’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Rachele Furfaro, che continua a stupirci per la risolutezza con cui procede verso mete fondamentali per la città. Napolipresente è l’esplosione del lavoro, che va via via intensificandosi, di tutti gli operatori dell’arte contemporanea prodotta e vissuta a Napoli negli ultimi anni. Una magia che attenua quella cappa provocata da scelte spesso monocratiche operate in città fino a qualche anno fa, sapientemente rimodellate da quando Achille Bonito Oliva ha onorato la nostra regione di una sua attenzione dedicata, forte anche lui di una passione quasi fisica che lo lega alle nostre terre. Così, al Pan, Lóránd Hegyi è riuscito a tradurre la cronaca attuale, della Napoli presente appunto, realizzando un’istantanea che comunica, ai meno attenti, quanto accade tumultuosamente intorno a noi. Descrivendo un viaggio attraverso quello che di economicamente privato si muove, sottolineando gli attori principali del sistema dell’arte: galleristi, artisti, critici e collezionisti. Con scelte che attuano il desiderio forte di avvicinare arte e mercato, in un allargamento auspicabile di quest’ultimo anche verso investitori non avvezzi o meno informati, che dalla mostra possono ricavare utili spunti. Una grande opportunità per tutti, ulteriore tappa di un percorso che attiene a un certo modo di gestire la politica culturale di un territorio, finalmente più luminoso e vivo. Agli scontenti, sempre vivi in momenti di gioia, un messaggio semplice: invece di puntare il dito, fate e proponete, sempre e non solo ora. Quel che vale accadrà.