Chi ha gabbato Fisichella?   

Caro direttore, non volendo fare sempre dietrologia, sembra molto particolare l’attacco che viene portato in questi giorni al vice presidente del Senato Domenico Fisichella. La notizia di cronaca sufficientemente sconcertante, apparsa in primo luogo su Il Foglio di Giuliano Ferrara, racconta del licenziamento in tronco del capo della segreteria del senatore, Dario Mattiello, dopo otto anni di servizio. La motivazione del licenziamento risiederebbe nel danno d’immagine procurato da Mattiello nel essersi fatto fotografare, inavvertitamente, in visita al Gay Village, uno dei momenti tipici dell’estate romana, effettivamente frequentato da persone sia omosessuali che eterosessuali, come anche famiglie con bambini. E’ ovvio che se le cose stessero proprio così il senatore avrebbe quanto meno ecceduto in zelo conservatore, cose che potremo meglio valutare quando la vertenza legale sottesa verrà gestita dall’ufficio del lavoro competente. Così come è certo che se la motivazione fosse proprio questa sarebbero stati lesi i diritti minimi dell’uomo, ribaditi su questi temi anche dalla nuovo Carta dell’Unione Europea, arrecando offesa pure a tutti coloro che hanno visitato quel momento di fiera estiva romana, certamente anche di destra, insieme a tutti gli appartenenti alla comunità omosessuale che, come quella dei divorziati, conta molti simpatizzanti anche nel centrodestra. Ma Domenico Fisichella è noto per molte posizioni che forse stanno infastidendo proprio la coalizione di cui fa parte, come quelle giustamente antifederaliste e per il suo tentativo di rappresentare una destra democratica moderna che, pur nel suo conservatorismo, riesce a proporre un’analisi del presente e del passato sufficientemente equilibrata. Tanto da godere personalmente e politicamente una certa stima anche in alcune parti del centrosinistra. Può quindi apparire sospetto che qualcuno gli abbia proposto la foto su Panorama con il preciso intento di istigarlo a compiere un atto così forzato. Proprio mentre Rocco Buttiglione, nel tentativo di riproporre la propria immagine danneggiata dalla mancata nomina in Commissione europea, afferma che l’omosessualità sia un peccato, all’interno di una campagna inconsistente con cui cerca di gonfiare il palloncino, forato, della caccia alla strega cattolica. Proprio mentre una evidente crisi di patti e alleanze pervade tutta la coalizione di governo, all’interno della quale An, di cui fa parte Fisichella, sta giocando un ruolo determinante nel porre un freno alle veemenze leghiste e alla sommossa folliniana, dimostrandosi l’unico alleato credibile per Forza Italia, di cui rimane antagonista, anche se in modo sommesso, nella gestione complessiva della leadership. Rispetto all’ipotesi generica di una omofobia gratuita del senatore Fisichella, con la quale avrebbe commesso uno scivolone tecnico così rilevante, ci sembra più plausibile l’ipotesi di una trappola tesa ad arte, non solo al senatore. Resta solo da scoprire da chi e perché.