L'arte motore della conoscenza   

Caro direttore, fino al 29 novembre genitori, bambini e insegnanti possono trovare spunti e divertimento nel passeggiare tra le sale del Museo Pignatelli dove Rosi Robertazzi, didatta dell’arte secondo il metodo di Bruno Munari “giocare con l’arte”, ha curato la significativa mostra “Arte al centro”. L’esposizione di oltre 20 installazioni, realizzate e promosse dalla scuola “Dalla parte dei bambini”, retta da Rachele Furfaro, in collaborazione con la Soprintendenza speciale per il polo museale napoletano, crea un percorso fantastico in cui è possibile comprendere quale impegno gli alunni e i didatti pongano quotidianamente nel convivere con i bambini senza porre i limiti che alcuni immaginano dover gestire nella creatività e capacità di comunicazione dei nostri piccoli. Una passeggiata tra quelle che possono essere definite opere d’arte e nel contempo uno strumento capace di sollecitare ogni senso del visitatore. Arte da toccare, vedere e sentire, con quel coraggio che un bambino possiede in misura superiore all’adulto, fosse solo per l’assenza dei vincoli intellettuali che la maturità a volte ci pone. E quella realizzata dalla scuola non è solo una diversità, ma una differenza misurabile di scopi, obiettivi e finalità, difficilmente percorribile negli standard obsoleti ancora troppo diffusi nella scuola pubblica dell’infanza ed elementare. Lo stravolgimento emozionale attraverso cui passa l’insegnamento in questa scuola, esperienza significativa per la nostra città, è pari al risultato formativo ottenuto, che stimola i piccoli ad assumere la responsabilità dei propri progressi conoscitivi e formativi. E’ davvero una visita da non perdersi e da non compiere senza portare con se i propri figli, i loro amici, che possono incrociare nel percorso anche tanti piccoli allievi disponibili a giocare con loro nell’osservare caleidoscopi, ombre, scatole magiche e tante realizzazioni, riproducibili in qualunque momento anche nella propria casa, per far sollevare domande che indirizzeranno poi nel tempo i futuri architetti del domani. “Questa mostra — scrive l’ideatore e dirigente scolastico Rachele Furfaro — vuole restituire al visitatore adulto la trama emotiva di una relazione educativa, nel complesso lavoro di costruzione della conoscenza e della comprensione dei tanti linguaggi specifici che esprimono, simbolizzandolo, il mondo e le sue infinite narrazioni.” I capelli sempre confusi dell’assessore Furfaro sembrano rispondere alla veemenza con cui riesce a respingere i continui attacchi a cui è sottoposta per il coraggio con cui mantiene l’impegno di non abbandonare i propri allievi, a cui spesso insegna anche direttamente, con l’impegno pubblico di prestare attenzione allo sviluppo della cultura e dell’arte in città. Arte e cultura che sono fautori primi di uno sviluppo morale e civico di cui sentiamo tutti bisogno.