Il profumo dei soldi   

Caro direttore, il trentenne Yvan Régeard, un informatico della Bretagna, è divenuto famoso in queste ore per la sua realizzazione, a prima vista folle, di un sistema per l’integrazione dei profumi durante la navigazione su internet. Attraverso questa semplice tecnologia, attualmente già offerta e disponibile presto a soli 150 euro, il navigatore potrà percepire l’odore specifico individuato da quel sito o da quel link. Per fare un esempio pratico, se oggi visualizzando una pagina informativa di un’azienda che vende gioielli siamo trascinati in una atmosfera più densa grazie alla musica di sottofondo, presto saremo accompagnati anche da una contemporanea esperienza olfattiva. Ovviamente, così come la qualità del suono via internet non è di elevata qualità, lo stesso sarà per i profumi e gli odori che percepiremo nel prossimo futuro. Tra le molte considerazioni che si possono fare su questa strana notizia, la prima che va sottolineata è quella che riguarda la partecipazione alla fase di sperimentazione di diversi investitori, tra tutti prima la francese Cacharel, che hanno contribuito con ben 400 mila euro alla ricerca, condotta direttamente da Régeard che si pone così tra gli storici pionieri di un nuovo mondo. E’ palese a tutti che ricevere questi capitali sia l’unico modo per giungere a risultati rivendibili delle proprie applicazioni, anche per l’obbiettivo di rientrarne con vantaggio. Quello che dispiace è che queste avventure imprenditoriali, con quel sapore di nuova frontiera tutto americano ma spesso collocati anche nel vecchio continente, non sorgano tanto di frequente nel nostro paese. Mentre continuiamo ad essere inesorabile fanalino di coda nella produzione di brevetti, l’Italia appare invece possedere la creatività e lo spirito d’iniziativa che dovrebbe essere motore di importanti realizzazioni. E viene in mente l’esperienza che si sta compiendo in campo genetico per tentare di salvare il nostro pomodoro Sammarzano. Ma l’oppressione con cui si contrappongono conservatori, spesso di sinistra, e liberisti nell’ambito della ricerca, con l’incapacità dei primi di svestirsi del manto medioevale con cui pongono veti senza discutere, specie in Italia, si somma all’incapacità di trovare adeguati strumenti per favorire l’incontro tra ricerca di base e applicata, poco finanziata anche nell’istituzione per eccellenza rappresentata dall’Università, e l’industria. Anche per l’assenza di strumenti e agevolazioni che ne facilitino l’incontro. Ci consola pensare che il profumatico francese sia stato anche contattato da importanti compagnie televisive e da una importante catena di ristoranti giapponesi, per cui presto potremo odorare i cibi preparati in Tv, insieme ai profumi di belle donne o di confortevoli cosmetici. Rimane da domandarsi solo cosa accadrà all’olfatto dello spettatore appassionato di zapping.