Da Weimar al Regno di Napoli: Draganovic ci rende tutti eroi   

La forza e la caparbietà di Julia Draganovic si è materializzata nello stupendo lavoro, realizzato insieme al suo capacissimo staff, che l’ha portata ad aprire lo splendido scenario della mostra “Eroi! … come noi” che troverà aperti i battenti del Pan-Palazzo delle arti di Napoli - fino al 26 giugno prossimo. Potrebbe bastare l’elenco dei nomi coinvolti per la mostra, tutti da citare: Aes+F, Sylvie Boisseau & Frank Westermeyer, Kathryn Cornelius, Fabio Cuttica, Anton Corbijn, Charlotte Ginsborg, Marco Giovani, Ilya Kabakov, Peter Kees, Sigalit Landau, Yitzhak Livneh, Yerbossyn Meldibekov, Emily Prince, Trine Lise Nedreaas, Tom Sanford, Nedko Solakov, Pierrick Sorin, Adrian Tranquilli, Sislej Xhafa, Hu Yang. Una vera apoteosi artistica concessa dalla lungimiranza della scelta effettuata dall’assessore alla Cultura Nicola Oddati, che aveva premesso fin dall’inizio la completa e libera scelta affidata nelle mani del nuovo direttore del Pan, che già si era ben delineata nella conferenza in cui insieme annunciarono il nuovo progetto museale. Come sempre accade agli ‘stranieri’, anche per Julia Draganovic il lavoro faticoso del decidere e del costruire è stato attenuato dalla piacevolezza e asprezza della città, che la ha ospitata a braccia aperte, rendendo ancora più agrodolce la sua naturale e forte presenza germanica. Che ha saputo utilizzare per ben imporre un ruolo deciso proprio al Pan, che nella veste di Fondazione potrà ben auspicare del sostegno non solo pubblico, a livello locale e internazionale, ma anche di quello della nuova imprenditoria mecenate napoletana. Imprenditoria assetata di centri di cultura in grado di delineare un ruolo per la città capace di trasformarsi in grande attrattore culturale anche attraverso l’innovazione e lo sbocco che Julia Draganovic ha saputo disegnare. Senza doversi piegare a nessun compromesso, senza dover favorire nessun club o nessun potentato, portando una ventata di aria fresca che attendevano da tempo anche il gruppo di donne che fanno del Pan una palestra di managerialità femminile di rara efficacia. E, come spesso capita, il cui valore viene riconosciuto nel tempo, dopo duri anni di attività ed esperienza. Come quelli proprio della Draganovic, che ha accettato di passare dal magico Chelsea Museum di New York al Pan di Napoli, ripetendo spesso: ‘Voi napoletani vi sottovalutate, sottovalutate la vostra stessa città, le sue capacità e la sua notorietà all’estero”. E la sua esperienza alla Fondazione Classicismo a Weimar, gli anni all’Università della Bauhaus, ne fanno oggi la regina del Regno di Napoli, città che un tempo ospitava il maggior numero di teatri in Europa. Città i cui artisti devono oggi poter contare anche sull’apporto della nuova forza della Draganovic, che, superando anacronistici e provinciali autorefernzialità, saprà anche divenire loro ambasciatrice all’estero, dove l’attesa è già grande.