Tragedia dell’11 settembre: bombardamento mediatico   

Non è solo Canale 5 in Italia, con Matrix di Mentana, a rappresentare l’enorme bombardamento mediatico che a cinque anni di distanza si sta perpetrando sull’opinione pubblica mondiale in relazione ai fatti accaduti l’11 settembre 2001. Il magma di pubblicazioni, documenti, analisi, richieste e conferenze, ultima quella tenutasi a Chicago dal 2 al 4 giugno scorsi, inizia a diventare tale da far insorgere alcuni sospetti. Il primo è anche una certezza: l’attacco del 2001 è divenuto un enorme business, che dà luogo non solo a vendite di film e libri, tra cui il più noto è Fahrenheit 9/11 del regista apparentemente dissidente Michael Moore, ma anche a numerose donazioni a vari fondi destinati al sostegno di associazioni e singoli dediti a un’indagine abbastanza improbabile, visto che si basa essenzialmente sui filmati dei fatti dell’epoca e su documenti non necessariamente sempre connessi ai fatti. Restano invece alti almeno alcuni dubbi inaccertabili: cosa si sia infilato nel Pentagono; come siano crollate le Twin Towers e il palazzo del Wtc numero 7 alla velocità e precisione da tutti visti; che fine abbia fatto veramente il volo 93. Senza un’indagine internazionale, indipendente dal governo Usa, non conosceremo mai la verità. E quindi sono valide purtroppo tutte le ipotesi, a cominciare da quelle complottiste che vedono folli cospiratori imbastire, in combutta con Israele, una tragedia tale da permettere le guerre in Afghanistan e in Iraq. Ma allora perché non considerarne altre? Per esempio: lo scandalo Enron avrebbe potuto essere la punta di un icberg enorme, costituito dagli scandalosi comportamenti sui mercati finanziari che hanno portato alla perdita di ingenti capitali di risparmiatori mondiali nella bolla della New Economy, e l’attentato è servito a distruggere prove e documenti conservati proprio nell’edificio 7 e in molti uffici insediati nei grattacieli World Trade Center. Oppure: esiste un conflitto interno gravissimo interno agli Stati Uniti, che vede per esempio come attori gli investitori della Mafia contendersi il potere nel Paese, anche attraverso il controllo di interi apparati militari. E così via. Di bufala in bufala ci si allontana sempre più dalla verità, confondendo le acque usando le ipotesi sul perché siano avvenuti i fatti, distogliendo l’attenzione dal punto centrale a cui siamo invece interessati: chiarire i gravi e documentati dubbi che abbiamo in tanti. E l’unico modo per fare chiarezza è pretendere risposte alle domande che si pongono ormai da tempo.