Nuovi media e il loro ruolo in politica: Israele su Internet per gli italiani   

Corre l'obbligo di esprimere in questi giorni solidarietà al sito Israele.net, recentemente messo a dura prova da attacchi informatici che ne hanno danneggiato il funzionamento. Israele.net è un utile strumento di informazione sul Paese martoriato da decenni di terrorismo, al centro dell'irrisolta questione mediorientale. Utile perchè, totalmente in italiano, ripropone molti editoriali delle più autorevoli riviste e quotidiani israeliani, permettendo di leggere senza filtri le diverse opinioni e posizioni espresse da intellettuali di quel Paese. Come per il completo articolo "Capire gli Israeliani" firmato da Barry Rubin per il Jerusalem Post dell'8 maggio, che poter avere disponibile in italiano rappresenta una risorsa non solo per tutti noi che abbiamo motivi forti per interessarci alle sorti di quel Paese e di quel popolo, ma anche per quei politici e giornalisti italiani che possono ricevere così informazioni di prima mano. Spesso rivelando aspetti che le deformazioni mediatiche, a cui siamo sottoposti in Italia, trasformano a uso e consumo delle necessità del momento. Da sempre Israele.net rappresenta posizioni di grande equilibrio tra quelle espresse in Israele dalle diverse forze politiche interne, che sono come da noi articolate in due grandi poli, destra e sinistra, e dove l'estremismo è rappresentato da minoranze del fanatismo religioso. Ma non solo di politica si occupa il sito. Nei canali tematici si trovano informazioni su arte e cultura, su società e religione, su scienza e tecnologia, su impresa e investimenti in e su Israele. Passando dalla recente notizia della scoperta archeologica della tomba di Erode ai link verso i siti della Camera di commercio israeliana per l'Italia, dalle recensioni sulla letteratura del momento al completo corso on line di ebraico, da informazioni su come bere un caffè italiano a Tel Aviv alle notizie sullo stato della ricerca di fonti energetiche alternative dell'istituto Weizmann. Cosa ci sia da attaccare, da parte dei pirati informatici, è di difficile comprensione. Se non riconoscere in questi gesti quell'antisemitismo becero che necessita della censura, tentata, per alimentare se stesso e i pregiudizi retrogradi che lo contraddistingue. Come ancora purtroppo si ritrova in tanto estremismo di sinistra che così come ripropone veterocomunismi ormai affossati anche dalla propria stessa critica, non riesce a comprendere come, con la caduta del muro di Berlino, sia anche crollato quell'essere filopalestinesi tout court, mentalità che ha spesso giustificato gli atti criminali contro civili che sono stati perpetrati in luoghi affollati di Israele. L'attacco a Israele.net avrà il solo effetto di far aumentare a dismisura il traffico e l'interesse verso il sito internet, disponibile, come ogni cosa sulla rete, alla lettura e alla consultazione anche da parte di chi abbia da muovere le proprie critiche. Capacità critica che manca tra gli hacker antisemiti, che ricordano molto quegli individui armati di mitra, in Palestina come in altri Paesi arabi, usi a portarli con se anche durante scioperi e manifestazioni, che, palesando difficoltà d'espressione, ogni tanto sparano in aria qualche raffica, apparendo più primati che esseri umani senzienti.