Sinergie per crescere   

Caro direttore, il dibattito che si sta creando intorno alle esigenze primarie per un concreto sviluppo delle aziende della regione, attraverso importanti, qualificati e significativi interventi sulle pagine di questo giornale, comincia a delineare una strategia condivisa che richiede però segnali concreti da parte dei governi locali, prima tra tutte la Regione. Fino ad oggi si sono espressi i presidenti di associazioni datoriali di primo piano insieme a quelli di alcune Camere di Commercio, e siamo certi che il costruttivo confronto è appena cominciato. Mancano però all’appello due figure che non possono esimersi dal cominciare a inserirsi in un contesto di lavoro di squadra che superi ogni tentazione strumentale. Mancano i politici e i tecnici: ed è un peccato. Se gli allarmi o le proposte si dovessero trasformare in vox clamantis, se alle diverse posizioni, pur spesso connotate da una sorta di campanilismo legato inevitabilmente ai propri rappresentati, non giungeranno risposte di reale confronto nulla muterà. Molti di noi hanno avuto per lungo tempo la sensazione che le cose, buone e cattive, prodotte dalla politica locale, siano sempre piovute dall’alto, senza badare a indicazioni e progetti provenienti dalla base imprenditoriale pur ben e fortemente rappresentata. Analisi del territorio, delle sue esigenze, istanze su argomenti come credito, criminalità, finanza agevolata, e via discorrendo, sono apparse troppo spesso frutto di attenzione postuma, utilizzabili solo a cose già fatte. Seppur tutti apprezziamo il maggior potere assegnato a sindaci e governatori nel nuovo sistema elettorale, portatore di stabilità e certezza nel governo, è sotto gli occhi di tutti una sorta di incomunicabilità che appare troppo spesso timore di un aperto confronto. Questo atteggiamento non paga nel tempo, non permette neanche di misurare i risultati a cui si giunge con serenità, fornendo la spalla a chi poi potrà criticare le scelte fatte in modo non condiviso. Sottolineando il nuovo clima, la nuova stagione che sembra aprirsi in difesa non solo della Campania, ma di tutto il Sud, evidenziato dalla lotta che le Giunte regionali meridionali stanno compiendo contro il federalismo fiscale, è necessario che la politica dia precisi segnali. Un buon modo per farlo sarebbe quello di inserirsi, attraverso precise prese di posizione su queste colonne, fortemente rappresentative di un luogo comune in cui poter far conoscere, con chiarezza e semplicità, non solo le proprie idee ma anche le proprie visioni, costruendo insieme le basi programmatiche dei prossimi anni di governo locale. Insisto, come già indicato in passato, che dalla Campania può arrivare un segnale utile a tutto il Paese, attraverso una forte concertazione locale.