Etica, Stato e religione: il pensiero di Desmond Brown   

Il londinese Desmond Brown è l’autore di un importante lavoro letterario in grado di farci riflettere sulle questioni del rapporto tra etica, stato e religione, poste all’attenzione della comunità dalle recenti prese di posizione clericali. “The New Empire”, edito in Italia dalla Fondazione Morra, è uno di quei libri da non poter non avere nella propria biblioteca. Nonostante le dimensioni riesce ad essere letto con velocità, come ha recentemente evidenziato Giuseppe Fonseca, per la scorrevolezza dello stile elettrico con cui è offerto al lettore. E’ una analisi impietosa della continua lotta tra potere e libertà rappresentata egregiamente dal conflitto tra religione e laicità. Un confronto espresso pienamente dall’analisi che ne fa anche il sociologo Gigi Caramello, che evidenzia come, da questo scontro, l’antitesi tra tecnocrazia e natura, diviene centrale la differenza intrinseca dell’essere uomo, che è la cultura. Saranno contenti i teocon che trovano nelle previsioni di Desmond Brown, membro anche dell’Opus Dei fino al marzo del 1995, la conferma di quella endoeresia del mondo clericale ormai evidente a molti. Laureatosi all’università cattolica di Belfast, e già autore del pamphlet “The Wars of the Universal Church”, Brown ha solleticato anche l’attenzione di Antonella Piazza che ha drammaticamente posto la questione della dualità dell’opera, espressa anche dalla sua impostazione editoriale. L’autore ci terrorizza quando rappresenta la chiesa prossima ventura: “L’esaltazione del potere temporale della Chiesa, il suo acceso sincretismo religioso promosso per trasformare Roma nel cuore della Religione Universale, Chiesa delle chiese e garante non solo delle libertà di culto ma anche di qualsiasi minoranza ideologica etnica e culturale, rappresentano lo sforzo di questa nuova religione, di certo la più mostruosa e devastante tra le eresie cristiane, di produrre all’interno di un mondo religiosamente e ideologicamente sempre più frammentato un processo di globalizzazione spirituale, nonché politica e militare.” Su queste righe di “The New Empire” preferiamo condividere l’opinione di Caramello, che vede nell’opera un serio monito per le nostre scelte future.