Società: moda e costumi, il gusto influenza la morale   

Non è difficile rendersi conto di come i costumi della società moderna stiano degradando, e di come queste o degrado stia espandendosi dalle fasce sociali con minori strumenti culturali verso quelle aree della società che invece dovrebbero rappresentare un modello. Il degrado è alimentato dalla necessità di fare profitto, cioè dalla necessità di colpire un target sempre più ampio nell’esercitare l’azione del comunicare, pilastro ormai decisivo del commercio globalizzato. L’avvento delle televisioni commerciali ha così imposto che, per fermare il dito zappante, sia necessario riempire lo schermo vetrato con scollature esagerate o immagini cruente e violente. Di stili di vita i cui valori si identificano, poi, con la ricchezza e il benessere, intesi però come capacità di consumare alcol e cocaina, casomai alla guida di fuoristrada parlando al cellulare. Così, passeggiando per le vetrine centrali in città, l’immagine proposta dai manichini è quella di giovani vestiti come gang americane, rapper senza legge, con ombelichi scoperti e braghe scese. Con cappellini e occhiali scuri che servono a nascondersi per sembrare più forti, per avere meno paura. La libertà è una cosa sacra e non vieteremmo mai a nessuno di fare ciò che desidera. Ma a chi compete di educare queste torme di spendaccioni dissoluti? A chi compete indicargli la via del rispetto reciproco, della solidarietà umana, del valore del proprio corpo e della propria sessualità? A chi spetta distoglierli dall’illusoria ricchezza criminale per indirizzarli verso il sacro valore del lavoro? Certo, in primis alla famiglia e alla scuola. Ma poi all’esempio dato da chi governa e dalle istituzioni religiose del nostro paese, almeno apparentemente, ancora cattolico. Finche non avremo nette distinzioni tra poteri politici e economici nel paese e finché avremo prelati ricoperti d’oro e gioielli, sarà difficile dare spiegazioni ai nostri giovani. Non vorremmo arrivare ad invidiare l’attento puritanesimo statunitense o l’esagerato moralismo musulmano.