«Napoli siamo noi» non convince: la differenza tra inveire e proporre   

Giorgio Bocca sta a Napoli come Oriana Fallaci all’Islam. Non si comprende se sia l’avanzare degli anni o la capacità di centrare un obiettivo editoriale a far divenire così nazionalpopolari, cinici e qualunquisti alcuni osservatori armati di una buona penna.
La raccolta di Bocca, “Napoli siamo noi” edizioni Feltrinelli, si legge d’un fiato, ha ragione su questo Mario Orfeo, anche perché sono cose già lette altrove.
Ci saranno anche verità, tra le tante leggende, negli scritti di Bocca, che però si avvale di fonti non sempre precise, come dimostra la confusione che fa tra Capodimonte e Monte di Dio, o quando descrive una Tangenziale con le persone scippate a piedi.
L’operazione di taglia e cuci sarà stata fatta in proprio, attingendo qua e là su internet, senza un buon editing affidato a verificatori napoletani.
Quello che Bocca descrive nel libercolo è lo sfascio ottenuto da due fenomeni: l’assenza di una politica locale capace di governare il patto con la camorra a cui affidare il controllo della microciminalità, come avvenuto da sempre, e il concomitante affollarsi di bassa criminalità in molti gangli statali.
Che Napoli debba restare un mistero per persone superficiali come Bocca è quasi un bene. Non che descriva cose che non conosciamo, ma lo fa affidandosi a testimoni senza cultura, quella minima.
Anche senza arrivare agli intellettuali, avrebbe potuto avere informazioni migliori da amici che conosce bene ma di cui forse ha perso la stima, poiché appare chiaro che il dio denaro, causa di tutti i mali, è quello che forse lo guida nel cercare il consenso e i lettori.
Che lo sfascio morale appartenga in egual misura al Nord come al Sud è una realtà che si sottolinea con la facilità con cui si può parlare male della mafia Russa o degli Stati uniti imperialisti.
Quello che Bocca non comprende è che sarà proprio Napoli il luogo da cui nascerà la soluzione, il modello risolutore a cui si adegueranno i popoli.
E questo perché a Napoli ci sono risorse ed energie che presto agiranno il cambiamento più repentino mai osservato senza rivoluzioni.