Poche informazioni: cresce il rischio aviaria   

Con la primavera cresceranno le possibilità che uccelli infetti da H5N1 (aviaria) si avvicinino alle coste meridionali dell’Europa, con i disagi che tutti immaginiamo.
Dall’Africa iniziano a giungere i primi segnali di decessi e in Italia cominciamo ad assistere alla morte degli uccelli migratori che scelgono la nostra penisola per ritornare verso i loro luoghi stanziali.
In Francia pare che abbiano acquistato oltre cinquanta milioni di mascherine per il personale sanitario, e ancora nulla di nuovo si annuncia sul fronte dei vaccini, ancora non disponibili fin dai laboratori di ricerca. Una situazione che appare grave, anche se i decessi umani nel mondo sono ancora contenuti. Eppure nessuna strategia di profilassi viene trasmessa alla popolazione per evitare che si aumenti il numero di casi di infezione umana da volatili, unica via per far degenerare il virus in una forma resistente e trasmessa direttamente per via umana. Se altri uccelli dovessero perire durante il volo sull’Italia, sarebbe utile iniziare a diffondere, soprattutto ai bambini, precise istruzioni relativamente al pericolo di toccare o giocare con i cadaveri o con uccelli moribondi. Quanti di noi, da ragazzi, sono stati attratti dalla curiosità emanata da un animale morto, normalmente inafferrabile? Precise informazioni, semplici e fruibili da tutti, dovrebbero essere già state diffuse specie in quegli ambienti rurali in cui il rapporto con la natura è maggiormente sentito e libero rispetto agli abitanti cittadini. Il pericolo potrebbe diventare enorme se l’aviaria infettasse i numerosi colombi e passeri che affollano le nostre città.
Sembra quasi che l’unico interesse sia quello di muovere solo l’opinione pubblica al fine di giustificare poi acquisti pubblici miliardari di farmaci. Mentre invece è importante che giunga proprio a chi possiede minori strumenti culturali ogni informazione per garantirne la salute.
Così come vorremmo conoscere meglio i rischi per la salute che deriveranno dall’inquinamento delle acque potabili nel caso finissero, nelle fonti, sia cadaveri di uccelli che il guano prodotto dagli stormi migratori.