Unificare le valutazioni   

Caro direttore, il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, riferendo alla commissioni riunite bilancio di Camera e Senato sulla Finanziaria, descrive una situazione grave e in via di aggravamento dei conti pubblici. Tra le varie risposte, evidenzia una significativa lacuna che ci appare facilmente risolvibile e che contribuirebbe notevolmente al risanamento dei conti pubblici. Il governatore Fazio fa notare come il suo istituto, per assolvere agli obblighi di controllo, elabora circa un milione di voci per ogni banca, su un totale di circa ottocento banche, in modo automatico con opportuni sistemi informativi, domandandosi come mai lo Stato non faccia lo stesso con gli ottomila comuni e con i ministeri. La questione non è peregrina ed ovviamente sarà poco valutata se prevarranno logiche contrarie alla trasparenza. Per semplificare, ci sembra indispensabile che le contabilità degli enti pubblici, con le specifiche voci di spesa e le relative entrate, possano confluire in un unico sistema informativo nazionale per realizzare una più semplice misurazione della spesa nazionale e degli indici specifici, frenando quelle voci di spesa che contribuiscono a rendere vano ogni sforzo di budget. L’effettiva possibilità di questa operazione, che darebbe grande volano alla economia pubblica, è realizzabile passando in primo luogo attraverso una unificazione delle informazioni che gli enti dovrebbero produrre e far confluire nell’unico sistema informativo nazionale. Il modello è quello con cui, per esempio, le banche condividono le transazioni bancomat, unificate da decenni, oppure come ha realizzato il Centro di competenza per l’Ict della Campania fornendo le indicazioni per unificare le transazioni nel sistema sanitario regionale. Ogni ente dovrebbe comunicare, in modo automatico e con cadenza almeno trimestrale, tutti i dati previsionali e consuntivi della propria gestione, creando un sistema di analisi e controllo dei fabbisogni che permetterebbe di non giungere sempre al momento in cui i maggiori danni si sono creati. Come esempio in negativo, con dubbi che ci assillano da allora, basta ricordare come l’allora ministro Tremonti cancellò gran parte dei crediti di imposta durante l’estate 2002, dichiarando esaurite le risorse, pur essendo pervenuti gli utilizzi di quei crediti nei mesi precedenti tramite le dichiarazioni mensili con il modello F24, che presentano i codici tributo in modo unico, permettendo valutazioni sostanzialmente istantanee con semplici software, invece di prendere alla sprovvista il bilancio dello stato. La domanda, che richiederebbe attente verifiche, è di sapere se, mentre cerchiamo di innovare i sistemi informativi di grande visibilità per il cittadino, il ministro Lucio Stanca abbia approntato i piani indispensabili per ammodernare anche la macchina amministrativa, in senso unificante, che appare ancora molto lacunosa, come evidenziato proprio da Fazio.