Fermare la devolution   

Caro direttore, mentre il ministro Siniscalco alimenta preoccupazioni prevedendo ulteriori tagli in autunno e la Corte dei Conti boccia la manovra estiva e le prossime privatizzazioni, sarebbe il caso che si desse una mano al fronte anti-devolution trasversale che si sta creando nel paese, e non solo a Sud. Se è vero che sono importanti le azioni sul sistema previdenziale e sul complesso del debito pubblico, con sacrifici generalizzati, è pur vero che si devono creare economie di scala e di gestione capaci di raccordare l’intero sistema Italia.Il continuo e bipartisan appello alle riforme, che cancella il vecchio contrapporsi tra conservatori e progressisti, può trasformarsi in risultato solo se si pongono in antitesi i regionalismi con le necessarie autonomie locali. Lo sfascio verso cui andremmo moltiplicando per venti i costi dell’amministrazione e dell’organizzazione della sanità e della previdenza, sono palesi a tutti; come è palese che l’Italia non è l’America settentrionale, e che di federalismo ha senso parlare solo per l’Europa.Il centro-destra compierebbe un atto di coraggio, promotore di consensi, se scaricasse la Lega prima del compimento del proprio mandato di governo.Il centro-sinistra sarebbe encomiabile se aprisse una stagione di dialogo, per giungere a riforme stabili perché concertate, rimettendo in piedi strutture di confronto ideologico più condivisibili dagli elettori. Sentire ancora parlare di Padanie fa ormai ridere, la Lega ha esaurito il suo ruolo ed è meglio che qualcuno avvisi i leghisti che nemmeno in autunno passeranno le ipotesi di riforma federale da loro auspicate.Nessuno veramente le vuole: non le vogliono gli ex-democristiani, e Follini ben lo ha chiarito, non le vuole notoriamente nessuna delle anime di An, non le vuole nessuna delle forze a sinistra e non convengono a Forza Italia, che da un moltiplicarsi di regole e imposte locali individua il danno che ne deriva alle imprese.La cancellazione della Lega e delle sue farneticazioni è nelle mani di Silvio Berlusconi, che potrebbe rompere la coalizione e invitare i rappresentanti eletti sotto il simbolo della Lega a confluire in Forza Italia, restituendo uno smacco al ribaltone di buona memoria. Anche per evitare che si ripetano gli scandalosi atteggiamenti avuti nei confronti della figlia di Sergio Moroni, chiudendo definitivamente la questione della corruzione pubblica degli anni 90 per poter parlare nuovamente della necessaria moralizzazione della politica. Perché la corruzione esiste come esisteva e certamente immaginare di volerne attribuire le colpe ancora e per sempre solo a Bettino Craxi e ai suoi uomini rasenta la volgarità, quando non diventa segnale preoccupante di sfacciataggine.