Gigante, pensaci tu   

Caro direttore, è di questi giorni la notizia che vede la sospensione della megamulta da quasi 500 milioni di euro inflitta a Microsoft da parte dell’Authority antitrust dell’Ue. La multa è relativa all’abuso di posizione dominante nel distribuire, integrato con Windows, il sistema di riproduzione multimediale proprietario, un po’ come gia fece con Internet Explorer, che di fatto cancellò i concorrenti del browser per internet. La preoccupazione non è peregrina e vedremo cosa accadrà durante la presidenza amica irlandese della Commissione. Quello che veramente ci preoccupa è lo “stile di vita” che la Microsoft sta lentamente imponendo alle aziende, costringendole a continui aggiornamenti del sistema operativo, non solo per ottimizzarne le performance, ma soprattutto per i bachi offerti agli hacker, definiti “utenti malintenzionati”, che possono permettersi di creare virus o programmi in grado di entrare nei sistemi e produrre ingenti danni. Non solo perché questi programmatori sono bravi, ma perché qualcuno gli ha lasciato la porta aperta! Ma oltre al problema dei malintenzionati, tutti noi abbiamo esperienza dei crash, dei fermi macchina che i PC ci offrono per motivi più disparati: quell’antivirus è incompatibile con quella scheda video, quel disco non vede bene quel masterizzatore, e così via. Proprio Microsoft e IDC hanno pubblicato una indagine sulla differenza di investimenti effettuati in Italia dalle PMI, che si presentano notevolmente arretrate al confronto con il resto d’Europa. Perché meravigliarsi? Le PMI continuano a basare i loro Sistemi Informativi su sistemi funzionanti grazie all’accoppiata Microsoft/Intel, utilizzando prodotti destinati al mercato Home per gestire il business aziendale. Quello che se ne ricava è la più ampia insoddisfazione e una diffusa instabilità delle soluzioni ICT, che costringono l’investitore a continui acquisti per adeguare le performance ai nuovi software che funzionano con nuovi chip che richiederebbero nuovo software, e così via all’infinito. Le aziende più grandi possono invece contare su piattaforme hardware e software più stabili (né Microsoft né Intel), con sistemi dedicati alle transazioni e alle analisi dei risultati, piuttosto che al multimediale o alla velocità della scheda video. Ci si dovrebbe fare più furbi e puntare al ritorno dell’investimento, invece di domandare, spesso senza neanche capirne approfonditamente, “quanta memoria ha?”. E sarebbe anche utile che proprio Microsoft annunciasse un Sistema Operativo affidabile, utilizzabile per diversi anni senza costringere a continui aggiornamenti o aggiusti e rappezzi d’ogni genere, anche se costasse qualcosa in più, ma meglio indirizzato al mondo aziendale.