Gli idioti di Hamas, predicatori di morte   

Quello che sembra essere più indecente, nell’assistere al tragico ritiro israeliano da Gaza, è l’indegno comportamento dei terroristi di Hamas che riescono, come gli squallidi ultras di una partita di calcio, a non comprendere che il sacrificio di centinaia di migliaia di coloni israeliani è stato compiuto anche per il bene di quella Palestina che tanto agognano. E’ ovvio e certo che il livello culturale delle masse armate di cui Hamas si serve è di bassissimo piano, perché solo degli inconsapevoli idioti possono immaginare di trasformare questo sacrificio voluto da Ariel Sharon in una conquista portatrice di nuovi istinti omicidi. E il terrorismo arabo sta trasformando questi giorni di pace in nuove minacce alla libera popolazione di Israele. Quello che vorremmo chiedere ai terroristi di Hamas, agli Hezbollah libanesi e ai miserabili di AlQaeda è di dirci come mai i loro capetti storici non si immolano mai nei tanto sospirati sacrifici umani, portatori di sesso e miele in un paradiso che ha poco da competere con le peggiori definizioni del consumismo occidentale. Per fortuna sappiamo distinguere bene il vero Islam, diverso da questi assassini. Perché questi ignobili esseri sono sempre nell’ombra e mandano a morire giovani prezzolati, tenuti in una miseria che le ricchezze nere degli oltranzisti islamici potrebbero ben distribuire al loro popolo? La scena che resterà per sempre nei nostri ricordi è quella dei giovani Israeliani di leva che vengono mandati in divisa a sradicare i loro fratelli in nome del proprio governo, entrambi con le lacrime agli occhi. Lacrime di vittoria, perché questo ritiro è la più grande vittoria messa a segno da Israele, ritiro che le darà la maggiore forza mai avuta fino ad oggi. Il dolore del dovere che segna da sempre l’infinità dignità del popolo d’Israele: perché l’Europa e l’Occidente sono così assenti? Perché si continua a permettere l’isolamento di Israele? Perché Abu Mazen non chiede il disarmo di Hamas? Forse perché è necessario far giungere, come già prevedemmo, gli 80 dollari al barile per il melmoso petrolio.