Ordine e disciplina   

Caro direttore, ultimamente in molti, specie a Chiaia, stanno criticando l’uso dei luoghi pubblici per eventi promozionali o culturali, adducendo che così si deturpi lo stato dei luoghi. Questi amabili cittadini saranno gli stessi che, ora che è estate e le masse si spostano più verso il mare, accusano una sorta di coprifuoco dopo le ore venti. Accusa che ha avuto l’eco del vile e ignobile attentato alla Milano Costruzioni, rivelatosi un gesto di disperati di piccolo cabotaggio, ma segnale di una maggiore attenzione della malavita agli appalti edili, contro cui tutti gli imprenditori devono fare scudo con l’unico strumento a disposizione: la denuncia. Attentati a parte, gli interessati alla tutela di Chiaia dovrebbero comprendere che la protezione e tutela di un quartiere è strettamente connesso alla sua dinamicità, proprio nell’ospitare eventi e manifestazioni “da strada”. Fu in questo modo che venne ripresa, anni fa, la vita nella zona dei decumani e del centro storico, ormai abbandonato a bande di ragazzini che hanno trasformato l’ineducazione a cui sono lasciati in vera e propria criminalità, non so quanto organizzata. E’ pure necessario un continuo e discreto presidio delle forze dell’ordine, che a Chiaia sembra mancare meno che in altre zone. La continua diminuzione delle piccole attività commerciali darà spazio ad un maggiore insediamento di attività legate all’entertainment, al turismo e alla ristorazione, come già accaduto in molte città europee, purché a ciò si sappia dare una valida accoglienza, come il Comune sta provvedendo a fare con arredo urbano e riattazione della pavimentazione, più attenta ai pedoni che alla circolazione automobilistica. Auspicando l’aumento di eventi, invece che la loro diminuzione, vorrei sollevare però un interrogativo. Quando vengono organizzati spettacoli ed eventi che richiedono un impegno delle forze dell’ordine, come per gli ultimi concerti a Piazza Plebiscito, piuttosto che come avviene negli stadi durante le partite di calcio, chi paga per l’impegno di Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani e del Fuoco e ambulanze? Con i commissariati pericolanti, inadeguati, fatiscenti e a stento dotati di carta da fotocopie, con fondi inadeguati e attrezzature obsolete, quanto si potrebbe agevolare il loro funzionamento, la manutenzione dei mezzi, l’acquisto dell’ordinario, se una percentuale dei miliardi che ruotano intorno agli spettacoli fosse assegnata alle forze dell’ordine? Certo paghiamo per questo le tasse, ma quando i nostri uomini vengono usati in uno stadio o in una piazza a beneficio di privati, per un biglietto o per gli incassi di sponsorizzazioni e diritti televisivi, non sarebbe utile assegnare in modo diretto una parte degli incassi proprio ai reparti coinvolti?