La sostenibilità dello sviluppo passa per la coerenza fiscale   

Spesso, quando si affrontano i temi dell’ecologia, ci si immagina una mostruosa contrapposizione tra esaltati ambientalisti, teorizzanti un ritorno all’epoca premoderna, e capitalisti con il cilindro particolarmente gaudenti nel produrre reddito anche a discapito dello stesso sistema in cui vivono. Per fortuna non è proprio così. Certamente dall’avvento dell’era moderna, dell’industria, in poi si sono commessi numerosi errori e ancora tanti se ne compiono. Ma gli strumenti di analisi economica ed etica, connessi alla nuova grande capacità di comunicare informazioni in tempi brevissimi, da un capo all’altro del mondo, hanno prodotto nuovi scenari che riescono a salvaguardare due interessi che sono solo apparentemente opposti: profitto verso ambiente. Una ricetta a nostra disposizione per questo equilibrio è espressa con completezza dagli esperti che si muovono all’interno di Sinistra Ecologista, il movimento che raggruppa i diversi circoli presenti sul territorio nazionale che uniscono l’ispirazione ecologica ad un sentire politico proprio della sinistra. Nel libro “Sostenibilità dello sviluppo e riforma fiscale”, reperibile sul sito www.sinistraecologista.it in formato elettronico, è offerto proprio questo equilibrio possibile, attraverso la presentazione della proposta di legge 4752/04, coordinata da Lino De Benedetti, Responsabile nazionale Forum “Economia e Fiscalità sostenibili” di Sinistra Ecologista, già deputato Ulivo-Verdi dal 1992 al 2001; proposta presentata da un ampio schieramento del centrosinistra, con primi firmatari Fabrizio Vigni, capogruppo Ds Commissione ambiente della Camera, e Giorgio Benvenuto, capogruppo Ds Commissione finanze. Le articolate proposte presentate nel libro rendono bene il valore che la fiscalità, con il suo ruolo di riequilibrio di interessi, redditi e regole, comporta per l’intero sistema. Tanto da far immaginare possibile una accelerazione degli sviluppi tecnologici, scientifici, produttivi e industriali non solo riducendo il danno prodotto all’ambiente, ma arrivando a produrre quella egologia che viene ormai spinta come soluzione unica per l’inevitabile progredire a cui siamo destinati, purché ne diveniamo tutti attori consapevoli ed informati.