Incredibile vicenda   

Una delle molle che ci può spingere a decidere di andare a votare il 12 e il 13 giugno per l’abrogazione della legge 40, che limita in Italia le possibilità di accesso alla fecondazione assistita e riduce la capacità di sviluppo della ricerca scientifica, può essere un’analisi di come verrà gestito successivamente il nostro voto. La chiesa cattolica, i cattolici, sarà quella che ne uscirà, in ogni caso, più danneggiata di tutti. L’invito all’astensione porterà a votare, per fortuna, anche chi normalmente non sarebbe andato a votare tra coloro che sentono la necessità di distinguersi dalle posizioni imposte dalla chiesa. Porterà a votare anche tutte le donne coscienti di come si sia tentato, per via di legge, di imporre scelte contro la donna, tra l’altro in un parlamento a maggioranza maschile. E porterà al voto, spesso abrogazionista, anche tanti cattolici che sentono il dovere di lasciare libere le individualità della coscienza di ciascuno di scegliere, senza imporre ad altri i propri dogmi. Porterà al voto tutti coloro che si sentono, giustamente, offesi dalla posizione di alcuni astensionisti che blaterano sulla incapacità del popolo di decidere su argomenti delicati, rendendo così primi consapevoli incapaci anche chi gli ha fornito la delega di rappresentanza. Questi voti si aggiungeranno a quelli, tanti, che invece hanno compreso di cosa si parla e di quale sia la posta in gioco. E cioè delle manovre per la grande battaglia oscurantista che vorrebbe vedere modificate in senso illiberale anche le norme a tutela della libertà della coppia di rinunciare al proprio vincolo, contro il divorzio; che vorrebbero annullare la tutela della persona madre sancita dalla legge sull’aborto; che presto si accaniranno anche contro i trapianti, adducendo vita nel cuore, nel fegato o nella cornea trasferita. Se vinceranno i Sì, se verrà raggiunto il quorum, la chiesa tenterà di evidenziare la propria distinzione dalla politica, poiché, a differenza dei partiti, continuerà ad esistere nonostante la sconfitta. La speranza potrà essere che si rafforzino le posizione interne alla stessa chiesa cattolica che chiedono la normalizzazione della vita sacerdotale, spinta di gran parte della chiesa americana, partendo dalla concessione della vita coniugale per i preti, che annullerebbe quella inevitabile turbe psichica che induce alcuni alla pedofilia o al più blando concubinaggio. Se invece passasse l’astensionismo, se il quorum non venisse raggiunto, si scatenerebbe una querelle sulla percentuale appartenente alla chiesa e su quella ordinariamente presente di assenti. Così come già vediamo il sorriso falsamente benevolo di qualche sconfitto che ci spiegherà subdolamente che ai pochi No andrebbero sommati i non voti della inevitabile parte di astenuti. Comunque, per fortuna, quello che è chiaro rimane la preannunciata e ovvia sconfitta dei No, così ovvia da aver spinto la nascita di questa ignobile campagna per il non voto. Campagna che, come la stessa legge, parte dalla supponenza che in Italia esista ancora una maggioranza di cattolici, ignorando e oscurando, anche mediaticamente, la presenza di altre religioni che su questi temi la pensano in ben altro modo. E che hanno scelto di non infastidire i propri credenti con prese di posizione di carattere politico.