Imprenditori e credito d'imposta   

Caro Direttore, come molti di noi imprenditori avranno «notato», il 2/9/2002 l’Agenzia delle Entrate ha emanato la circolare nr. 73 (...) che sostanzialmente aggiunge un’ulteriore riduzione di benefici derivanti dall’ultima finanziaria (L.388). Senza voler entrare nel merito legale e amministrativo della questione, per cui in sintesi questa circolare è assolutamente impugnabile nel merito e nella sostanza, quello che semplicemente evidenzio è la totale incapacità gestionale. In primo luogo credo che sia evidente che se un imprenditore conosce la possibilità di utilizzare per un triennio un beneficio, si muova sfruttandolo al massimo delle possibilità e per tutto il triennio, come è accaduto per gli investimenti sviluppatisi intorno alla L.388, i cui vantaggi sono stati «de facto»annullati. (...) E’ evidente che la manovra era pensata come approccio a un maggior gettito derivante dalla maggiore produzione e vendita (cioé maggiori ricavi) anche collegata all’incentivo agli investimenti presenti nella stessa legge. (...) Insomma siamo stati fregati e la sensazione che si vuole dare è quella che la legge l’ha prodotta un Governo invece che un altro, e che quello successivo, in otto mesi, compie manovre abilissime per denegare, nei fatti, l’applicabilità di queste agevolazioni, in barba a qualunque piano industriale di investimenti queste leggi abbiano determinato. Ancora non comprendo come mai non vi sia stata una sommossa «popolare» da parte sia dei singoli imprenditori, ma soprattutto delle organizzazioni datoriali, di cui faccio parte con fierezza, che sembrano essersi accontentate delle dichiarazioni «rassicuranti» del presidente del Consiglio a Cernobbio. Io continuo a essere preoccupato e perplesso, ricordando i contributi alle assunzioni ‘97-’99 che poi furono denegate nel ‘99 e riammesse giusta sentenza di commissione giudicante. (...) Mi permetto di chiedere, a questo punto, che il presidente del Consiglio sappia dimostrare con i fatti le sue rassicurazioni, con alcuni semplicissimi provvedimenti, o chiarimenti, che mi permetto di suggerire: a) che valga il diritto acquisito al credito d’imposta per tutte le assunzioni effettuate fino al 8/7/2002, data di entrata in vigore della L.138/02 e che vengano effettuate tutte le manovre correttive per garantire la continuità del beneficio a chi aveva assunto fino a quella data, anche per il 2003, senza la necessità di presentare alcuna domanda che premierebbe chi prima la presenta e non chi prima ha assunto, per esempio, annunciando la fine del vantaggio per tutti i successivi incrementi di unità produttive; b) che valga il diritto acquisito di utilizzare il credito d’imposta sugli investimenti non tanto in funzione delle date di fattura e consegna dei beni stessi, ma in funzione delle date degli ordini, e dell’evasione in tempi ordinari di tali ordini, dei beni su cui era automatico acquisire il credito d’imposta, anche per tutta la durata dei canoni di leasing, quando è stata preferita questa formula all’acquisto diretto. Insomma, credo che sia giusto che il Governo, di qualunque colore sia,provveda a far funzionare le leggi esistenti anche prima del proprio insediamento, con opportune previsioni di spesa estremamente semplici poiché le riduzioni venivano esercitate con opportuni codici d’imposta che avrebbero consentito ad un qualunque ragioniere, meglio se aiutato da sistemi informatici, a sapere come, mese per mese, questo credito era e fosse utilizzato, provvedendo a modificare opportunamente le poste di bilancio per rispettare gli impegni presi. Pensi, il nostro presidente, che quando qualcuno di noi soggetti beneficiari di questi incentivi, non rispettasse gli impegni, i creditori lo dichiarerebbero fallito.