Dimenticare Auschwitz   

E’ il giorno della memoria: quello in cui tutti vorremmo che si fossero create, a 60 anni di distanza, le condizioni per dimenticare gli orrori prodotti durante la shoa. Dobbiamo ricordare per sempre quali sono state le condizioni che hanno spinto, sulla scorta di diffusi pregiudizi razziali, a portare il nazismo hitleriano e lo stalinismo ad uccidere uomini, donne, anziani e bambini solo per la loro etnia e per il loro credo. Dobbiamo ricordare per sempre la sperimentazione effettuata su esseri umani vivi, le tecniche di tortura che soddisfacevano sadici e folli figuri, le camere a gas, il massacro della fame e del lavoro forzato. Dobbiamo essere tutti ebrei per poter difendere per sempre i principi di eguaglianza e libertà. Senza dimenticare quanto riporta Yediot Aharonot nel suo editoriale per commentare la sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite riunita per commemorare il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di sterminio nazisti, sottolineando l’alto valore “educativo, morale e universale” della cerimonia. “Tuttavia — aggiunge il quotidiano israeliano — per noi, dovunque e in ogni momento, la lezione è chiarissima: soltanto il sovrano stato del popolo ebraico può garantire che ’Auschwitz’ non si ripeta mai più. Lo Stato di Israele, e solo lo Stato di Israele, è la vera concreta risposta ad Auschwitz. Noi non lo dimenticheremo mai”. Mentre troppo spesso si dimentica come il vero nemico numero uno del terrorismo arabo internazionale sia proprio Israele. Vera difesa di questo stato, vero riconoscimento degli errori del passato, potrebbe provenire dalla adesione di Israele all’Unione Europea, di cui condivide i valori fondamentali, per iniziare un processo di mediterraneizzazione europea che valichi la vecchia concezione di unione geografica, dando maggior risalto alla condizione di pace permanente che l’unione impone nella sua carta costituzionale. E l’Italia, culla del cattolicesimo, può e deve divenire simbolo di una maggiore relazione con Israele, anche prestando maggiore attenzione alla propria legislazione in materia di terrorismo internazionale, come evidenziato dalla sentenza, discutibile ma fondata, che ha distinto tra terrorismo e guerriglia nell’assolvere i cercatori di mercenari kamikaze. Già Magdi Allam nel suo libro “Kamikaze Made in Europa”, edito da Mondatori, libro che torna attualissimo in questi giorni, produceva una attenta analisi basata su altre sentenze, in particolare una del Tribunale di Napoli, che evidenziava come la legislazione italiana, simile a quella di altri paesi europei, presentasse falle dovute alla novità insita nel nuovo terrorismo post 2001. Fa specie vedere decine di politici bipartisan indignarsi contro il giudice Forleo, quando sono proprio loro con la loro palese disattenzione legislativa ad aver creato le basi per una preoccupante libertà d’azione protetta da norme a tutela della libertà e delle convenzioni internazionali, utilizzate come grimaldello per sfaldare le nostre istituzioni. Cosa altro dovrà accadere nel nostro paese, in Europa, per abbracciare il Patriot Act americano?