Non toccate Saddam   

Caro direttore, come era nelle decisioni Onu, da ieri l’Iraq ritorna ad avere una autonomia governativa, anche se blindata da migliaia di soldati stranieri e anche se organizzata dalla Triangle Research International Co. che ha chiuso un contratto da oltre 500 milioni di dollari per “produrre” i governi locali, un po’ come a dire, che dopo il 1945 in Italia gli uomini della costituente, Togliatti compreso, fossero stati selezionati da una qualche compagnia estera. Comunque, modi Usa di imporre la democrazia a parte, uno dei primi atti formali compiuto è stata la consegna del prigioniero Saddam Hussein dalle forze della coalizione al nuovo governo provvisorio, per avviare il processo formale contro il dittatore e alcuni suoi seguaci, che verranno certamente incriminati di crimini contro l’umanità e genocidio. Dalle molte centinaia di migliaia fino alla cifra assurda di un milione, sarebbero i morti scomparsi sotto il regime di Saddam, con uno stile stalinista di mantenimento del potere, oltre al dimostrato uso di armi chimiche contro i curdi e l’enorme abuso di sistemi di tortura per noi inimmaginabili. L’esito del processo sembrerebbe scontato, e già questo infastidisce perché mai la giustizia dovrebbe essere scontata. Quello che però ci turba è la volontà del governo di Allawi, già espressa, di reintrodurre la pena di morte. Bella democrazia! Credo che nessuno voglia che venga applicata di nuovo la legge della Syarhia (sciaria), che per capirci prevede il taglio della mano dei ladri, proprio in un paese che dovrebbe imparare a far rispettare le leggi con metodi nuovi rispetto al passato. Chi, come me, è per la moratoria internazionale della pena di morte, inorridisce al pensiero che Saddam Hussein possa essere pubblicamente sgozzato. Per tutti gli occidentali dovrebbe essere il chiaro segno della nulla fatica nel cercare di far mutare qualche cosa nel mondo delle democrazie, avendo per decenni puntato il dito proprio verso l’Iraq, come verso la Cina e alcuni stati Usa, per l’abuso di un sistema trogloditico di fare giustizia. Politicamente diventerebbe un martire, sociologicamente uno scandalo. Così come appare scandaloso che la “consegna” del prigioniero sia relativa, essendo ancora custodito da soldati Usa. Purtroppo la vera lotta è contro coloro che puntano all’effetto da dare all’”uomo medio”, birra e pantofole in occidente e kefia in medio oriente, ma entrambi davanti alla Tv, a godersi un bel processo in diretta, da concludere con una scandalosa, ma assicuratrice di audience, condanna a morte. Spero che ci risparmieranno almeno lo show dell’esecuzione in qualche stadio affollato, abitudine islamica che qualche Company sta valutando già come potenziale business.