Poteri speciali per Napoli: è ora di esercitarli senza paura   

“Ho fermi da anni duecento milioni di euro per nuovi parcheggi. Ora posso finalmente sbloccarli.” Così affermava il Sindaco Rosa Russo Iervolino in una intervista rilasciata a “l’Unità” nell’ormai lontano settembre del 2006, ben cinque mesi or sono. “Il provvedimento per Napoli ha seguito un inter di una rapidità storica, se si pensa che, ad esempio, per Roma si è aspettato due anni. Per Napoli, invece, sono bastate poche settimane.
C’è una grande volontà da parte del Governo di avere un’attenzione particolare per Napoli, che in questa legislatura deve compiere un significativo salto di qualità.” Così preannunciava sempr all’inizio di settembre scorso il ministro per l’innovazione Luigi Nicolais. Eppure alla data ancora nulla è accaduto di sensibilmente visibile. Certo, comprendiamo che la burocrazia ha i suoi tempi e che la protezione civile a fine anno scorso ancora ritardava l’avviamento dell’iter che concede i poteri speciali al Sindaco in materia di traffico, viabilità e parcheggi. Ma ora cosa sta accadendo? Perché non se ne sente più parlare? Non vorremmo che il ritardo dipendesse da una mancata accettazione dei poteri da parte del Sindaco stesso. Perché sarebbe un inspiegabile blocco, com quello che accompagna da decenni i piani per Bagnoli, di cui si dava annuncio di sblocco già mesi or sono, come per Napoli Est e tutta la serie di provvedimenti che sbloccherebbero, come ricordava ultimamente il presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli, Gianni Lettieri, oltre sei miliardi di euro. Cifra che modificherebbe radicalmente il volto della nostra città, insieme al suo Pil. Non vorremmo che l’approvazione del codice delle autonomie di fine gennaio scorso abbia modificato i percorsi già segnati, In quel provvedimento, oltre a riconoscere a Roma i poteri di Capitale, si identificano infatti anche le nove città metropolitane, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia, a cui vengono automaticamente conferiti i poteri speciali di cui parliamo. Ma con un iter non facile, politicamente e logisticamente, poiché richiede la cancellazione di diversi Comuni, purché siano d’accordo almeno il 60 per cento di quelli facenti parte dell’area. Difficoltà apparentemente inferiori a quelle già previste dalla legge 142 del 1990, che però non ha mai trovato attuazione. C’è da sperare che non si attenda questa piena attuazione degli articoli 114, 117 e 118 della Costituzione, da parte del sindaco di Napoli, perché altrimenti non si comprenderebbero gli sforzi attuati dal Governo per ottenere i poteri speciali in tempi così rapidi. Il forte sospetto, ormai, è che Napoli patisca i problemi delle alleanze nazionali, in particolare quelli che ruotano intorno alle ipotesi centriste e alle future scosse da partito democratico. Di certo sappiamo cosa pensa ogni napoletano: e io che c’entro?