I crimini del comunismo   

Caro direttore, volendo sganasciarci a crepapelle e approfondire la conoscenza di alcuni noti personaggi degli ultimi anni, si può acquistare in libreria “I peggiori crimini del comunismo”, Edizioni Piemme: un riuscitissimo dossier su dodici protagonisti dei peggiori voltagabbana perpetrati dal ’68 ad oggi. Gli autori a quattro mani sono Giulietto Chiesa e Vauro, che spregiudicatamente producono dodici schede di “uomini nuovi”, secondo il modo di dire leninista. Le schede su Giuliano Ferrara, Tiziana Maiolo, Sandro Bondi, Ferdinando Adornato e altri, documentano con sarcasmo ed ironia il passaggio dal profondo rosso degli anni ’70, in cui erano tutti più o meno iscritti e rappresentanti del Pci o di movimenti di estrema sinistra, fino alla edificazione della Casa delle proprie libertà; ovvero tutti in Forza Italia e dintorni. La tesi di Chiesa e Vauro è che in realtà facciano tutti parte dello stesso disegno, quello con cui i comunisti sono riusciti a convincerci, mentendo, di non mangiarsi i bambini. In realtà governano subdolamente e trasversalmente, girandosi dal lato dove urla il vento (e fischia la bufera), mascherandosi d’ogni bandiera in funzione della necessità di partecipare al nuovo che avanza. L’intento dichiarato, e apprezzabile, dei due autori è quello di mettere in guardia Silvio Berlusconi affinché si liberi di questi agenti infiltrati, in cui spesso ha riposto grande fiducia, come nei casi di Giovanni Pilo, Enrico Montesano, Antonio Baldassarre e Rosanna Cancellieri. Il pericolo può essere che Berlusconi non si liberi dei pericolosi personaggi perché in realtà è comunista anche lui e che tutto il gioco di Forza Italia e della Casa delle Libertà sia stato compiuto per realizzare la rivoluzione proletaria. Scherzi a parte, difficile parlando di questo libro, è simpatica anche la veste editoriale che presenta delle schede informative redatte in pieno stile servizi deviati, seguite dalla esilarante cronaca della vita politica, parecchio movimentata, di nomi come Paolo Guzzanti, Aldo Brandirali, Renzo Foa e Maria Giovanna Maglie che completano la dozzina (apostolica) su cui hanno infierito Chiesa e Vauro. Di quest’ultimo sono le vignette e i fotomontaggi che intercalano il libro, fino al segretissimo dossier del Kgb allegato, che richiede l’uso massiccio delle forbici per poterne fruire. Del contenuto del dossier, per riservatezza, preferiamo non parlare. Grande è l’autoironia con cui Chiesa si propone in chiusura, in una vignetta di Vauro che lo ritrae proprio come i casi umani elencati nel libro: da funzionario del PCI, corrispondente da Mosca per l’Unità, e esponente di spicco del movimento antiliberista, oggi è eletto nella lista Occhetto Di Pietro nel Parlamento Europeo aderendo al gruppo liberal democratico. Benvenuto, Chiesa: Giulietto non sarà contento.(Nota per evitare che non si comprenda l’ultima battuta: Giulietto Chiesa fa finta che gli autori siano tre: Giulietto, Vauro e Chiesa, da cui la schizofrenia con cui mi rivolgo a Chiesa come se non fosse Giulietto...)