Un commissario antisprechi   

Caro direttore, uno degli elementi più importanti della manovra finanziaria del Governo, compresa la riduzione della tassazione, è quello del contenimento della spesa pubblica, invito rivolto indirettamente, attraverso i tagli, anche alla pubblica amministrazione locale. Ma, detto fuori dai denti, chi si metterebbe a rinunciare al telefonino o all’auto aziendale, per non parlare dei cospicui “rimborsi spese”, se sapesse di dover prima o poi andare via e che, in un modo o in un altro, la bancarotta è coperta dallo Stato? Quale livello di grande diligenza e massimo rigore si dovrebbe possedere, per non dire di quali articolati sistemi di controllo tra i mille rivoli amministrativi, per poter garantire un contenimento dei costi del 3 per cento su base annua? Da sempre, ed anche dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, è affidato alla Corte dei Conti il compito di vigilare “affinché gli enti che gestiscono ingenti quote di risorse pubbliche, si attengano a parametri di legittimità ed improntino la loro gestione a criteri di efficacia ed economicità”. Però, sempre citando il sito della Corte, “quale garante dei complessivi equilibri di finanza pubblica, la Corte dei Conti riferisce almeno una volta l’anno sull’andamento generale della finanza regionale e locale, tenuto anche conto dei referti delle singole sezioni regionali e con riferimento al rispetto del quadro delle compatibilità generali di finanza pubblica poste dall’Unione europea e dal bilancio dello Stato, nonché sull’utilizzazione dei fondi di riequilibrio e solidarietà definiti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato”. Probabilmente non basta. Occorrerebbe sensibilizzare maggiormente le Pal nel rivedere il proprio sistema di spesa, andando a cercare le sicure disfunzioni esistenti in ciascuna organizzazione, non sempre attrezzate con gli strumenti di controllo di gestione che invece si vanno diffondendo, con lentezza, tra le aziende private. Per ottenere il risultato andrebbe effettuata una vera e propria campagna di sensibilizzazione, ma dando alle Pal un supporto che indichi anche l’impegno dello stato nei loro confronti. L’idea che vorremmo lanciare è quella di un Alto Commissario con l’incarico di segnalare alle autonomie locali eventuali momenti di spreco rilevati, unificando le analisi in modo da poterle condividere anche tra amministrazioni diverse. Ovviamente lo strumento primo a disposizione del Commissario potrebbe essere proprio la Corte dei Conti, ripotenziata con un utilizzo spinto dei funzionari della Guardia di Finanza, oggi maggiormente liberi dai controlli di un tempo. Insieme ad una grande capacità di ascolto destinata ai cittadini, ma anche agli impiegati della stessa amministrazione locale, che potrebbero vedere un servizio di call center, anche via internet, a cui indicare quelle che ciascuno può individuare come spese contenibili. Se le mani sono tutte pulite e le coscienze integre, l’idea non dovrebbe preoccupare nessuno...