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Il gran concerto
Caro direttore, mentre le modifiche costituzionali procedono alla Camera, con sostanziali novità spesso votate anche dallopposizione, siamo tutti in attesa di conoscere i dati relativi allimpatto economico che la riforma federale avrà sul bilancio complessivo del Paese, dati che erano stati preannunciati per la fine di settembre, ormai superata. Che non se ne parli neanche più, dopo che lopposizione si domandava se non fosse il caso di attenderli prima di approvare a colpi di maggioranza la riforma dei primi salienti articoli del disegno di legge costituzionale, appare strano se non si osserva con attenzione londa nuova di concertazione che si sta generando nei rapporti tra i due poli, partita dal tavolo unitario che fu organizzato in occasione dellemergenza nata per le due Simone. Forse una nuova e auspicata aria di collaborazione si è venuta creando, necessaria proprio per il tema e la sostanza affrontate in Parlamento. Strategicamente in questo modo tutti possono ottenere grandi vantaggi. Il premier Berlusconi che, dopo essere stato accusato di aver prodotto numerosi provvedimenti legislativi a favore dei propri interessi, riesce a portare a casa una riforma di grande significato e a far digerire una finanziaria di emergenza, grazie anche alle grandi capacità del ministro Siniscalco, stimato anche dai Ds e dallo stesso Fassino. La sinistra che sconta gravi problemi di definizione della propria leadership, grazie allinsulso balletto Prodi-Rutelli, che appare grandemente oppositiva alle proposte del Governo ma anche capace di comunicare una propria identità pur in assenza di un programma ben definito. Esistono comunque alcuni temi che trasversalmente attraversano le varie forze, e da cui dipende invece la possibilità di successo di ciascuno. Gli scontri oggettivi sono tra riformisti e neoriformisti, se mi si passa il termine, divisi in particolare sulla necessità di forme di centralismo dello stato e autonomie locali, tutti dimentichi delle macroregioni di Urbani. Laicità dello Stato e cattolicesimo pervasivo laltro fronte, evidenziato dal referendum sulla Pma e dgli attacchi che partono verso il milione di firme raccolte, con uno straordinario Amato in testa. Interventisti o pacifisti, un altro grande fronte che non trova una collocazione specifica tra i poli.Ultimo tema lessere o meno Liberal, con gli estremismi dei noglobal e della destra sociale. Gran caos, da cui forse solo il ritorno al proporzionale ci potrebbe salvare, essendo le posizioni in opposizione tra loro così transpartitiche. Ironia a parte, il problema rimane il modello dei partiti, andato in crisi anni fa, e che invece è lunico modo in cui i politici si propongono ai cittadini, affranti dalle candidature blindate davanti alle quali poi si trovano quando vanno a votare. By Giacomo Nardone at 7 Ott 2004 - 11:00 | letto 2945 volte
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Sicurezza, pace e libertàPerché vi sia pace in Medio Oriente il mondo deve provvedere a garantire sicurezza, pace e libertà in Israele. Contenuti più vistiDi oggi:
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