Strategia possibile per Napoli ma devono collaborare tutti   

Può sembrare banale dirlo, ma la questione napoletana può diventare emblema della differenza posta nella possibile piena collaborazione tra i governi locali e quello centrale, quando appartenenti, come in questo caso, ad una omologa compagine politica, cosa non accaduta nella legislazione precedente per Napoli e la Campania. Indirettamente vessati da indicibili ritardi, specie nelle erogazioni frequentemente “limate”, e talvolta da vere omissioni, come nel caso del conferimento dei poteri speciali per traffico e viabilità al sindaco. Ora l’occasione è imperdibile, e sarebbe un peccato non cominciare proprio dall’appello, lanciato sei anni or sono, dall’architetto Aldo Loris Rossi dalle pagine del mensile “L’Architetto”, organo del consiglio nazionale degli architetti, nr. 148/2000, nel suo ormai famoso intervento “Una strategia possibile”. Vale la pena ricordare la coda del brano, sintesi della opportunità individuata da Loris Rossi: “Affrontare con coraggio il riequilibrio strutturale e il ridisegno della città aprendosi al territorio e prefigurando la città post-industriale; rottamare la spazzatura edilizia post-bellica che ingombra i centri storici spezzando l’assedio delle immense periferie invertebrate attraverso vasti "Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio"; delocalizzare dalle città le attività produttive pesanti riallocandole in prossimità dei grandi corridori plurimodali di traffico collegati a porti, aeroporti e interporti; riequilibrare il deficit di attrezzature, servizi e verde delle città utilizzando le aree liberate da tali funzioni; attuare un modello policentrico di "habitat a rete" diffuso sul territorio ma integrato dall’economia informatizzata e difeso da cinture verdi; in conclusione, pretendere una città adeguata all’"era dell’accesso" che salvaguardi il centro storico, restauri il paesaggio, ma si proietti verso il futuro, rilanciando un’industria delle costruzioni illuminata e capace di coinvolgere gli investimenti privati“. Sembra d’assistere a un atto liberatorio, quando si nota il forte interessamento della Regione al vecchio progetto del raccordo anulare napoletano, integratore logistico dell’asse di riequilibrio economico-territoriale Roma-Salerno lanciato proprio da Loris Rossi e che sposa perfettamente anche un grande scenario di collaborazione tra le amministrazioni delle regioni Lazio e Campania. Lo sforzo di tutti, a partire dalla società civile, deve essere quello di appoggiare questa opportunità forse irripetibile, lanciando i semi di un disegno a cui in futuro non si possa più rinunciare.