La grande farsa dei dazi sulle scarpe cinesi   

Ma veramente qualcuno pensa che i dazi decisi di recente sulle importazioni europee dalla Cina e dal Vietnam servano a qualcosa? I dazi partiranno da circa un 5 per cento del valore per essere aumentati fino a poco più del 19 per centpo in quattro anni, sempre che il governo cinese non imponga una politica antidumping alle proprie esportazioni. Cosa succederà?
Semplicemente che ben presto assisteremo a un aumento significativo dei prezzi delle calzature, sia di quelle prodotte in Europa che di quelle cinesi. Tra cui dovremmo annoverare le maggiori e note imprese di scarpe sportive, che producono ormai quasi totalmente in Asia, nonostante la loro blasonata origine statunitense. La nuova norma prevede poi che il dazio non si applichi per le misure inferiori al 37 e per quelle dotate di tecnologie speciali.
Di che cosa stiamo parlando? Di scarpe da donna, di scarpe per bambini e di scarpe con lucette ed ammortizzatori, tipiche degli adolescenti. Coprendo così quasi il 75 per cento della produzione! Insomma, converrà valutare per molti uomini l’uso del tacco a spillo o rinverdire i primi anni dell’hi-tech in cui si usava indossare scarpe da ginnastica sotto l’abito grigio scuro. Ironia a parte, è evidente che la politica dei dazi rappresenta solo un ignobile contentino da sottoporre alle aziende europee in crisi per le mutate condizioni di mercato, dettate dalla globalizzazione voluta e sostenuta dalle multinazionali, che ben sapevano di non essere affatto coinvolte dall’onda derivata dal basso costo di mano d’opera cinese. Anzi, al contrario, riuscendo ad aumentare i propri margini e la penetrazione a danno di tante imprese locali.
La soluzione è quella di imitarle: puntare a una forte internazionalizzazione dei propri prodotti, investire sul proprio marchio con opportune azioni di marketing, e infine, scoprire il beneficio che si può trarre dalla ricerca e dall’innovazione, di prodotto e di processo.
Approfittando anche della diminuzione dei costi di brevetto e della ampia disponibilità di competenza presente nella fucina della maggiore creatività in Europa: le Università italiane. Cercando sul serio di fare, finalmente, sistema.