Terrorismo: alcuni aspetti da approfondire   

La strage londinese impone attenzione a quei dettagli spesso sovrastati dalla rabbia e dal dolore, tralasciando il protagonismo mitomane alla Calderoli, che reagisce come vuole chi uccide. La prima domanda da porsi con forza è: a chi giova il terrore? Sicuramente non all’Islam. Di certo le guerre, fallite, portate in Afghanistan e in Iraq, oltre a garantire la produzione e il traffico di droga, insieme al controllo del flusso petrolifero, non hanno messo fine alla follia omicida. La stessa a cui sembra siamo ormai avvezzi quando produce i centinaia di morti in altri attentati, diversi perché tra file di disoccupati in città irachene e che fanno meno notizia, pur provocando gli stessi lutti. Domandiamoci quale sia la mente malata che manda messaggi esoterici, nello scegliere, per la data della strage, il triplo sette del 7 Luglio 2005, anno le cui cifre sommate ritornano sette, stesso numero degli ordigni londinesi, tra esplosi e non. Dubbi sono da avanzare sulle responsabilità dell’intelligence inglese, quanto meno negligente, insieme alle perplessità sui tempi intercorsi tra le esplosioni, che prima sarebbero accadute in un arco di un’ora, senza che la metro sia stata fermata alla prima esplosione, e solo dopo sono state collocate tutte in circa cinquanta secondi, La scelta di Londra, come Madrid e New York, è dettata dal multiculturalismo e dall’integrazione etnica che simboleggiano? L’orribile coincidenza con uno dei più importanti G8, nel quale si sarebbe dovuto discutere della riduzione della povertà mondiale e del rispetto ambientale, si somma all’apertura delle operazioni di rilascio di territori in Israele, dove la follia di Hammas fa dichiarare che il movimento irredentista non si muove “per” ottenere un risultato, ma “contro” Israele punto e basta. Come nella migliore cultura nazifascista. L’ultima domanda è semplice, ma senza risposta, come le precedenti: perché il denaro investito nella guerra al terrorismo non viene usato per sollecitare una miliardaria campagna per l’acquisizione di pentiti e una invasione culturale mediatica nei paesi arabi? Cultura, tolleranza e democrazia continueranno a rimanere le risposte più valide alla squallida mattanza in atto.