Per un governo di unita' regionale   

Caro direttore, cosa accadrà ai poveri abitanti della Regione Campania se i nostri politici continueranno ad azzuffarsi (politicamente) in questo modo, specialmente all’interno delle loro case? Ma i nuovi sistemi elettorali, ormai vecchi di un decennio, non avrebbero dovuto creare stabilità? Ed invece abbiamo assistito a ribaltoni nazionali e le nuove crisi di governo locali vengono risolte con probabili "rimpasti", cioè un gran movimento intorno ad un centro di comando che non muta. L’approvazione dello Statuto è diventata l’agone del momento, su cui verranno giocati patti ed equilibri nelle case di qua e le case di là. Senza alcun vantaggio per lo Statuto. La sinistra si trova pressata dall’abbandono dei veri comunisti e dall’insoddisfazione dei veri cattolici; la CdL trova il partito di riferimento spaccato tra vero e falso berlusconismo, in Forza Italia, e equilibri precari basati su spostamenti di poltrone e seggi all’interno di AN, mero specchio di tensioni nazionali. Come spesso accade molti urlano "Meglio quando c’era la DC", mentre io mi permetto di urlare "Meglio quando c’era Craxi". Il pericolo che corriamo realmente è quello che, da una parte, si ricoauguli un centro formato dallo stesso asse che difende l’ignobile legge sulla procreazione medicalmente assistita, mentre dall’altra si realizzi un consociativismo deteriore, con la nobiltà di Bertinotti sacrificata sull’altare del poltronismo, non solo vespiano. La nostra economia, il nostro sistema sociale, ha bisogno di capacità di governare l’emergenza in cui giaciamo da troppo tempo. Criminalità alle stelle e produzione alle stalle: per quanto tempo ancora? Se qualcuno auspica che si debba attendere una tornata elettorale, sbaglia. Le tornate previste a scadenza naturale sono già pronte per i prossimi anni, e come sempre saranno portatrici di grandi declamazioni tese a recuperare, grattare, quei pochi punti percentuali che fanno la differenza tra le due facce della medesima luna. Con un elettorato sempre più assente e sempre meno interessato a nessuno degli argomenti di cui si discute. "Lo Statuto? Ma se mi hanno rimesso ieri in cassa integrazione?" o "Lo Statuto? Ma se sono sei mesi che aspetto l’autorizzazione dell’Asl per aprire?". Cosa altro ci deve accadere nel nostro territorio per dichiarare lo stato di emergenza, di calamità artificiale, di urgente necessità? Ribadisco che parlando con le diverse forze politiche gli obbiettivi sembrano gli stessi, condivisi, molto più della propria appartenenza di partito. Forse qualcuno dovrebbe avere il coraggio di proporre un governo di unità regionale, capace di traghettarci, in questi ultimi mesi di permanenza nell’area di obbiettivo primario di sviluppo per l’europa, fuori dal guano.