Il ruolo degli imprenditori nella lotta alla camorra   

Il professor Nicola Capone ha moderato i lavori dell’interessante e angosciante convegno tenutosi sabato 14 maggio presso la Fondazione Pascale dal titolo “La salvezza della Campania: l'impatto del traffico illegale dei rifiuti tossici sull'ambiente e sulla salute umana”, organizzato dal Comitato civico “Allarme rifiuti tossici”, dall’ Assise di Palazzo Marigliano e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, retto dall’irrefrenabile Avvocato Gerardo Marotta. In sintesi, i diversi relatori hanno illustrato come l’accumulo e lavorazione di tonnellate di rifiuti tossici stiano letteralmente sterminando, per cancro, le popolazioni comprese nel rettangolo che va da Pozzuoli a Mondragone, da un lato, e da Nola a Caserta dall’altro. Sembra di vedere un parallelo tra l’affermazione dei giorni scorsi di Gianni Lettieri, presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli, per cui la camorra “non è paragonabile alla mafia perché a differenza di quest’ultima non si infiltra negli affari e nelle imprese, ma si limita alle estorsioni” e quanto raccontato da Donato Ceglie, Sostituto Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha spiegato che in Sicilia il fenomeno della collusione tra imprese dei rifiuti e mafia non è accentuato come in Campania, poiché la mafia ha maggior rispetto del proprio territorio. E’ invece proprio la camorra, provatamente, a tessere le maglie sanguinarie degli interessi nella tragedia che sta definitivamente inquinando, specie con diossina, la nostra terra. Sarebbe quindi urgente che le associazioni imprenditoriali trovino il coraggio per tirare la testa fuori dal sacco, sottoscrivendo la richiesta del Comitato Civico di impegnare il prossimo Sindaco di Napoli, insieme a quelli dei comuni campani, nel richiedere alla Regione di ripristinare dell’Ordinanza n. 223 del 16 settembre 2004, che dispone il divieto di introduzione nel territorio campano di qualsivoglia tipologia di rifiuti tossici, sospendendo i relativi protocolli d’intesa, affidando la bonifica dei territori al genio militare e cessando il regime commissariale, reintegrando il Comune dei propri poteri in materia. Ma forse sperare in tanto coraggio rimane illusorio, quando i quattrini in gioco sono tali da distogliere l’attenzione anche dal proprio stesso futuro, dalla propria stessa salute. A meno che qualcuno non abbia deciso di usare un’arma letale per eliminare tout-court la popolazione di un intero territorio ad alta densità criminale.