Software pirata in azienda: una fonte di diseconomia   

Come da più parti annunciato, scatteranno in questi giorni numerosi controlli nelle aziende italiane che commercializzano o utilizzano software illecitamente copiato. Vittima prima di questa pratica illegale, dalle conseguenze anche penali, è il legale rappresentante dell’azienda, che nelle piccole e medie imprese è l’imprenditore. I danni che ne riceve sono diretti, quando costretto a rimborsare i danni praticati alle aziende produttrici di software e quando deve assumersi le responsabilità dell’illecito. Ma sono anche indiretti perché è noto che le copie pirata sono fautrici di continui malfunzionamenti, noti a chi propone, vende e installa questi prodotti anche con la finalità di produrre superflui e continui interventi di assistenza. Anche in questa situazione le responsabilità individuali del dipendente sono uguali a quelle dell’azienda per cui lavora, specie se quest’ultima ha adottato tutte le misure tese ad evitare l’uso di software non autorizzato. Utilissimi sono i suggerimenti e i moduli proposti dalla Business Software Alliance, reperibili gratuitamente nel sito www.bsa.org nell’area riservata all’Italia. Le offerte commerciali dei maggiori produttori, Microsoft in testa, permettono di ricevere prezzi di maggior favore quando vengono acquistate le licenze destinate a più utenti, così come sono molto vantaggiosi i prezzi offerti dai produttori di hardware che da tempo offrono la possibilità di acquisire le licenze unitamente ai computer, cosa che abbatte significativamente il prezzo dei software destinati a funzioni di server. Un’altra possibilità per regolarizzarsi è quella di utilizzare programmi open source, cioè disponibili a condizioni di licenza sostanzialmente gratuita, purché se ne rispettino le norme. Se ancora esista qualche operatore del settore Ict che si senta scaltro nel vendere software pirata o nel far pagare il software Open Source, dovrà fare i conti con la maturità propria delle nostre Pmi, il cui sviluppo passa inevitabilmente per un uso diffuso di buoni sistemi informativi, stabili e sicuri, garantiti solo dalla consulenza di validi esperti. Con cui imparare a discutere del budget da destinare al controllo di gestione, piuttosto che di come violare un software poi inutilizzabile.