Catalizzatori d'innovazione   

Caro direttore, giovedì scorso si è tenuto presso l’Unione degli Industriali di Napoli un incontro tra Criai e imprese del terziario avanzato (vedi “Il Denaro” del 27 maggio ), per presentare la nuova organizzazione, già composta da più di 40 specialisti. Il Criai è apparso come una risorsa significativa, in uno scenario che vede le aziende Ict del territorio come principale mediatore tra il consorzio misto università-privati e l’azienda che intende effettuare ricerca per innovare prodotti o processi. Con o senza finanza agevolata, poiché l’esigenza di produrre alto valore aggiunto è un must da cui non ci si può più esimere per rendere competitiva la propria offerta. Il Criai è quindi in grado di sopperire ad alcune esigenze delle Pmi locali, potendo seguire e realizzare, con elevata competenza, non solo le analisi iniziali di fattibilità, il progetto e la misurazione del ritorno degli investimenti, ma anche procedendo poi alla fase realizzativa, in collaborazione con le aziende Ict e i consulenti già partner dell’azienda committente. Affiancando inoltre il gruppo di lavoro nelle fasi di rendicontazione necessarie durante e al termine del progetto di ricerca. L’obiettivo di queste attività può essere di alto contenuto se la ricerca tende a realizzare risultati precompetitivi, da materializzare in brevetti o soluzioni patrimonializzabili, creando anche, perché no, l’opportuno flusso di ricavi condivisi tra i soggetti realizzatori. Appare ovvio che la collaborazione con il Criai diventa referenza di alto valore, specie per le aziende più piccole del settore Ict, che fervono di creatività e che hanno le competenze necessaria per integrare le esigenze industriali con l’innovazione. L’auspicio venuto da più parti, e su cui lavoriamo da mesi, è quello di favorire aggregazioni e consorzi che siano capaci di raccogliere le prossime sfide, dettate sia dal distretto virtuale dell’Ict che dalla partnership operativa con i Centri di competenza, progetti che vedranno la Regione premiare esclusivamente le organizzazioni sulla cui qualità di servizio non potranno esservi dubbi. Crescere o scomparire, quindi. I prossimi due anni saranno cruciali per mettere a regime modelli consortili, prodromi di aziende effettive, permettendo al nostro mezzoggiorno di emulare i modelli di business dell’India e la capacità di ricerca di Israele, che stanno iniziando a competere da pari con gli Usa e i suoi satelliti, come l’Irlanda. Creando anche appeal per la necessaria modernizazzione richiesta dai paesi dell’allargamento. Compito delle istituzioni locali e centrali sarà quello di fornire gli indirizzi, facilitando in ogni modo l’aggregazione, attraverso opportune misure di sostegno, ma anche supportando l’alta formazione di cui le aziende e i suoi manager necessitano, anche attraverso Confindustria, sfruttando le risorse proprie di Fondimpresa. Perché piccoli è bello, ma uniti è certamente meglio.